Trieste: molestie a Barcola, il profugo resta in cella
TRIESTE Gravi indizi di colpevolezza e pericolo di reiterazione del reato. Sono i due cardini su cui il Tribunale del Riesame ha costruito, ieri mattina, la propria decisione: Khan Sinzai Rozi, il 28enne afghano accusato d’aver molestato il 21 luglio scorso una tredicenne nel mare di Barcola, resta in carcere.
Il collegio composto dai giudici Filippo Gulotta, presidente, e da Massimo Tomassini e Francesco Antoni non ha quindi accolto l’appello depositato dal difensore, l’avvocato Andrea Cavazzini. Il legale si era opposto, presentando una nuova memoria, alla decisione del Gip Guido Patriarchi, che due giorni dopo l’intervento dei carabinieri a Barcola aveva convalidato l’arresto di Sinzai Rozi.
Il Gip aveva così fatto propria la tesi esposta dal pubblico ministero titolare dell’indagine, Antonio Miggiani. L’accusa - il pm procede per l’ipotesi di reato di violenza sessuale ai danni di minorenne - si fonda sulla testimonianza della ragazzina vittima delle molestie, ritenuta credibile anche dalla psicologa che l’ha assistita durante la sua deposizione.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice Patriarchi, il 28enne - tramite un interprete e accompagnato dal legale di fiducia - si era professato innocente. Ieri, nei quaranta minuti lungo i quali si è sviluppata l’udienza del Riesame, è rimasto in silenzio. Nessuna dichiarazione spontanea. L’avvocato Cavazzini ha chiesto ai giudici di disporre la liberazione del proprio assistito, che era arrivato a Trieste per chiedere asilo politico solo tre giorni prima del suo arresto. Ma il collegio ha detto no all’istanza del legale, ritenendo di confermare la misura cautelare della detenzione in carcere.
In quel tardo pomeriggio del 21 luglio scorso, i carabinieri avevano bloccato Sinzai Rozi alla fermata del bus, poco dopo quanto successo in mare. In manette era finito per violenza e resistenza a pubblico ufficiale anche il connazionale che era con lui in acqua e con il quale aveva cercato di fuggire.
La tredicenne molestata si trovava in mare e stava giocando con i due cuginetti di 10 anni e un’amica di 9, quando all’improvviso si era sentita toccare da qualcuno. Si era voltata e aveva urlato, chiedendo aiuto. Dopodiché, secondo la ricostruzione dei carabinieri di Aurisina, l’afghano aveva sferrato anche dei calci a uno dei due cuginetti e all’altra bambina che era con loro.
Poi, usciti dall’acqua, la tredicenne e i cuginetti erano scappati assieme alla madre di questi ultimi: inseguiti dai due afghani erano riusciti a raggiungere una pattuglia della Polizia locale, che aveva chiamato i carabinieri. Giunti sul posto, i militari dell’Arma avevano bloccato i due vicino alla fermata del bus, portandoli infine in caserma ad Aurisina. Arresto per entrambi: Sinzai era stato trasferito al Coroneo, mentre l’amico era stato invece liberato.
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