Trieste, molesta la collega nello spogliatoio

Sotto accusa un dipendente di un supermarket. Il pm De Bortoli ha chiesto il rinvio a giudizio del settantenne
Di Corrado Barbacini

Si chiama Redo Bossi e ha 72 anni. Secondo il pm Massimo De Bortoli, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio, ha tentato di abusare di una collega di lavoro, dipendente del supermarket Tedesco di San Dorligo della Valle. L’ha aggredita nello spogliatoio mentre stava cambiandosi. In preda a un raptus ha perso la testa e ha insistentemente cominciato a palpeggiare la giovane donna. L’uomo è accusato di violenza sessuale. Perché per il codice non c’è alcuna differenza tra un tentativo o una violenza consumata. Redo Bossi è difeso dall’avvocato Andrea Comisso. Venerdì comparirà davanti al giudice Laura Barresi. A rappresentare la vittima sarà l’avvocato Luca Maria Ferrucci.

La vicenda porta la data del 26 giugno dello scorso anno. La donna si trovava all’interno dello spogliatoio riservato ai dipendenti della struttura di vendita. Secondo la ricostruzione della polizia era entrata nello spogliatoio chiudendo dietro di sè la porta d’accesso. All’improvviso un collega, appunto Redo Bossi, ha fatto ingresso all’interno della stanza. La donna quando ha sentito il rumore della porta che si chiudeva ha urlato dicendogli che stava cambiandosi e quindi chiedendogli di fermarsi un attimo fuori.

Ma così non è stato. Infatti mentre la dipendente del supermercato era accovacciata nel tentativo di sfilarsi i pantaloni, l’uomo si è avvicinato palpeggiandola. Secondo la ricostruzione degli investigatori la donna a questo punto si è ribellata e ha urlato chiedendo aiuto. Tutto questo è accaduto mentre all’improvviso si è spenta la luce il cui interruttore è comandato da un timer. Ha riferito la donna nella denuncia: «Terrorizzata finivo di cambiarmi finendo di sfilare i pantaloni da lavoro e riuscendo a indossare i miei che prima avevo sistemato sopra la mia borsetta. Finalmente la luce si è riaccesa e ho notato nuovamente che Bossi si era sistemato davanti alla porta dello spogliatoio come per bloccare la mia unica via di uscita».

Poi il secondo episodio. La donna spaventata si è avviata verso la porta dello spogliatoio ed è stato a questo punto che Bossi, così ha poi denunciato la vittima, l’ha portata a sé dandole un bacio sulla guancia e ridendo le ha detto «ciao». In proposito ha detto: «In quell’istante ho reagito e sono riuscita ad allontanarlo anche perché lui aveva raggiunto il suo scopo. Quindi sono riuscita scappare».

Tutto è durato una decina di minuti. Un siparietto sicuramente non atteso da parte della donna che ha temuto il peggio. Spaventata e sotto choc per quelle avances, è riuscita a fuggire. Infatti quando è finalmente riuscita a uscire dallo spogliatoio, la commessa è corsa a casa e poi ha contattato il titolare del supermercato Roberto Tedesco. Turbata per l’accaduto è rimasta a casa anche il giorno seguente quando poi è stata contattata dal proprietario del supermercato che molto seccato della situazione che si era creata, ha raccontato alla donna di aver affrontato il dipendente accusato e ha riferito che Bossi si è giustificato ammettendo di «averle solamente palpato il sedere». Il titolare durante la conversazione ha cercato di ridimensionare l’accaduto. «Da parte mia - ha scritto la donna nella querela - ho cercato di fargli capire che quanto successo era molto grave». Da aggiungere infine che la donna da quel giorno non è più riuscita a dormire serenamente dovendosi aiutare con dei farmaci. La donna successivamente è stata licenziata.

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