Trieste, meno auto in giro per colpa del lockdown. E il “tesoretto” delle multe cala del 30%

Attesi nelle casse comunali 5,2 milioni contro i 7,2 del 2019. Giù anche gli introiti di posteggi sulle Rive e Park San Giusto
Silvano Trieste 2020-12-20 Il traffico sulle rive
Silvano Trieste 2020-12-20 Il traffico sulle rive

TRIESTE Tante spese da affrontare con minori entrate. È un leit motiv che quest’anno, più degli altri, la pubblica amministrazione deve considerare. Anche il Comune di Trieste, al lavoro ora sul bilancio 2021-23, ricco di voci con segno negativo o comunque con importi di gran lunga inferiori rispetto al passato: dai musei alla Tari, passando per le sanzioni stradali. Solo queste ultime, a causa di una minore circolazione di veicoli durante il lockdown ma anche dopo, valgono due milioni di euro in meno in rapporto al 2019 con un calo di quasi il 30 per cento.

È il comandante della Polizia locale Walter Milocchi a riportare i conti di fine anno. Nel 2019 le violazioni al Codice della strada erano state per l’esattezza 84.005 e avevano fruttato 7 milioni e 198mila euro. Nel 2020, secondo i dati aggiornati al 30 novembre, sono 51.312 i verbali sottoscritti per un controvalore di 5 milioni e 259mila euro. Nel dettaglio, quindi, il 27 per cento in meno. A queste cifre potrebbero mancare alcune violazioni di divieto di sosta in assenza del trasgressore, ancora non inserite a sistema. Non grandi numeri, però. Bisogna poi aggiungere una piccola somma, pari a un undicesimo abbondante del totale, che potrebbe derivare dal mese di dicembre. Centinaia di migliaia di euro, comunque, che rientrano nel cassetto del cosiddetto ammontare “accertato”, che cioè non è per forza ancora stato incassato: bisogna tenere conto di utenti morosi e dei ricorsi.

Circa metà del “tesoretto” da poco più di 5 milioni di euro - come previsto da una legge nazionale del 1992 - sarà destinata alla manutenzione stradale. Con una differenza quindi di almeno un milione di euro in meno rispetto all’anno scorso.

L’assessore al Bilancio nonché vicesindaco Paolo Polidori è consapevole della situazione precaria. «C’è una fase di difficoltà dovuta al Covid, - ammette -: sono tanti i mancati introiti riguardanti voci che sono nella parte corrente e che creano difficoltà nel bilancio, ma che vedremo di risolvere». Dobbiamo aspettarci quindi più buche e marciapiedi rotti? «No - rassicura Polidori -, sul piano delle opere non ci saranno problemi, non si riduce la manutenzione, anzi, si andrà a implementare le piccole opere». Si dovrebbe tamponare anche il secondo milione di euro mancante per l’altra metà di risorse derivanti dalle sanzioni e impegnata in spese di vario genere.

Ma di mancati incassi soffrono anche le società che gestiscono i parcheggi in città. Su quello che in termini di bilancio viene definito il “semiconsolidato”, a novembre 2020 il calo complessivo rispetto al 2019 per Trieste Terminal Passeggeri, che ha in concessione Molo IV e Rive, si attesta a un - 36,22%. La perdita è più marcata per il Molo IV, fa sapere l’amministratore delegato Francesco Palmiro Mariani, che risente evidentemente dell'assenza di soste dei croceristi e anche delle soste lunghe dei lavoratori in smart working. «Ovviamente il fatturato è ben al di sotto del punto di break even (pareggio tra entrate e uscite, ndr) – spiega -. Ciò, nonostante gli sforzi profusi da Ttp nel calmierare, per quanto possibile, i costi di struttura, e la sensibilità dell'Autorità portuale nel riconoscere le difficoltà oggettive ed esogene che sta vivendo la società, attraverso un ristorno importante dei canoni concessori dell'anno. La società, certa di poter riprendere a pieno regime nel futuro le proprie attività, sta nel contempo cercando di preservare ed accrescere il know how del personale e pertanto mantenendo l'organico ottimale. Inoltre può avvalersi di una politica oculata dei soci che hanno sempre devoluto gli utili a riserva. Quindi è ben patrimonializzata».

Anche Park San Giusto di via del Teatro Romano patisce un decremento di entrate. Eccetto gli ultimi due weekend natalizi, la capienza è rimasta ai minimi storici, tanto da coprire a mala pena le spese vive, spiega Franco Sergas, rappresentante e consulente di Interparcking italia srl, che ha acquisito il contenitore nel maggio 2017: «Ma dal primo lockdown ad adesso Interparking, eccetto una cassa integrazione a intermittenza, ha assolto tutti gli obblighi e ha mantenuto l’intero personale: nessuno è stato licenziato».

Diversa la situazione per Esatto. Afferma il presidente Andrea Polacco: «A parte il mese di aprile (lockdown totale), non abbiamo registrato significative riduzioni rispetto all'anno scorso». —

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