Trieste, maxi furto sulla barca. Telecamere in Sacchetta
TRIESTE Sacchetta blindata, con telecamere in funzione 24 ore su 24 e controlli assidui delle guardie giurate. Di fronte a “incursioni” sui pontili e ad alcuni furti, anche le società che finora non avevano adottato contromisure sono corse ai ripari.
E così qualche mese fa la Società triestina sport del mare (Stsm), Fipsas, Assonautica, “La Sacchetta” e Nautisport si sono in qualche modo consorziate, commissionando alla cooperativa “Sorveglianza diurna e notturna” un progetto per la sicurezza delle imbarcazioni dei rispettivi soci, in tutto circa 600 natanti fra barche a vela e scafi a motore.
«Abbiamo avuto qualche problema burocratico per le autorizzazioni dai vari enti - spiega Giovanni Russo, direttore commerciale della cooperativa Sorveglianza - ma ormai il più è fatto. Entro l’anno contiamo di iniziare i lavori per installare le apparecchiature».
Gli ormeggi delle cinque società saranno quindi tenute sotto controllo attraverso un sistema di “copertura totale”: telecamere collegate alla centrale operativa, in funzione 24 ore su 24, e ispezioni, negli orari più diversi, delle guardie giurate.
Un sistema analogo a quello già operativo lungo le sponde del Rio Ospo, realizzato (anche con l’installazione di una rete di illuminazione), sempre dalla cooperativa Sorveglianza, per contrastate i numerosi furti perpetrati a bordo delle imbarcazioni ormeggiate lungo quelle rive.
Una volta che il sistema di controllo voluto dalle cinque società verrà attivato, l’intera Sacchetta sarà blindata. Gli altro sodalizi nautici - Triestina della Vela, Adriaco e Lega Navale - si sono infatti dotati da tempo di un sistema di videosorveglianza per le rispettive sedi e le imbarcazioni agli ormeggi.
A dimostrazione che le nuove tecniche di controllo sono ormai più che necessarie, sabato scorso è stato scoperto uno dei furti forse più gravi mai verificatisi in Sacchetta. I soliti ignoti non solo hanno rubato tutto quello che c’era a bordo di una barca a vela, lunga circa dieci metri, ormeggiata a poca distanza dalla piscina terapeutica, ma hanno anche danneggiato l’imbarcazione.
«È la prima volta - osserva Guido Benci, presidente della Stsm - che un furto del genere si verifica sulle barche dei nostri soci». Ad accorgersi del furto e dei danni sono stati proprio alcuni socio della Stsm, che verso le 17 di sabato hanno avvertito il proprietario Gianpaolo Penco, a sua volta membro della società.
«Dopo aver verificato i danni e quanto mancava da bordo, mi sono recato dai carabinieri di via Hermet, dove ho fatto denuncia. Da una stima sommaria il danno ammonta a circa 14mila euro», aggiunge il proprietario della barca, che pensa a un furto su commissione, messo in atto da più persone, che avevano a disposizione arnesi da scasso e anche un mezzo per portare via l’ingente attrezzatura “prelevata” a bordo.
Un furto perpetrato nonostante sulla banchina sia no già installate alcune telecamere, non gestite però dalla Stsm. Secondo la ricostruzione di Gianpaolo Penco, dopo aver tentato di rompere il “passo d’uomo” a prua, il cui pesante vetro è stato comunque incrinato, i ladri si sono spostati a poppa, dove hanno rotto il tambuccio, in legno e acciaio, che era chiuso con un lucchetto.
Una volta entrati sottocoperta, i malviventi hanno portato all’esterno alcune vele (un fiocco, una tormentina e uno spinnaker). Si è “salvata” solo la randa, che era inferita nel boma e protetta da un’apposita copertura.
Oltre alle vele, i ladri hanno asportato tutto quello che c’era all’interno: cerate, una bussola di rilevamento, boette luminose, razzi di segnalazione, una campana. E ancora la memoria del Gps (contenente le carte nautiche), cime varie, coltelli da marinaio e il battello autogonfiabile. «Non contenti - conclude con tono amaro il proprietario - hanno anche rotto il controsoffitto. Forse pensavano ci fosse nascosto qualcosa».
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