Trieste, maxi cantiere di Cattinara fermo a oltranza. De Eccher: «Pronti a scendere in campo»
TRIESTE L’impresa di costruzioni Rizzani de Eccher è pronta a subentrare nel cantiere di Cattinara appena saltato. L’Ati capitanata da Clea accusa l’Azienda sanitaria di atteggiamento contraddittorio e ufficializza il ricorso al tribunale. La politica battibecca. Comincia così la nuova era di incertezza dell’ospedale di Trieste, dopo che il commissario Antonio Poggiana ha interrotto il rapporto con Clea davanti alla mancata produzione del progetto esecutivo necessario per far ripartire il cantiere.
L’imprenditore Marco de Eccher segue la questione a distanza ma scalpita: «Apprendiamo dai giornali che il contratto di Cattinara è stato risolto e siamo disponibili a metterci attorno al tavolo, felici di dare il nostro contributo a risolvere un problema che colpisce i cittadini». Il presidente della società friulana arrivata seconda nella selezione ricorda d’altronde «gli sforzi fatti all’epoca della gara d’appalto per far valere le nostre ragioni»: riferimento al ricorso al Tar intentato nella convinzione che Clea non avesse fornito una garanzia globale conforme. Il tribunale diede ragione alla Rizzani de Eccher, ma la sentenza fu ribaltata dal Consiglio di Stato, che riconobbe l’insufficienza delle garanzie ma diede a Clea la possibilità di rafforzarle prima di cominciare i lavori.
De Eccher modera però gli entusiasmi: «Ovviamente l’interesse va confermato da una fattibilità sostanziale, calandosi nel concreto». Il che significa che l’impresa vuole vederci chiaro rispetto alle difficoltà progettuali, ma anche discutere valore dell’appalto e varianti. I primi contatti con l’Azienda cominceranno la prossima settimana, dopo che Poggiana avrà raccolto gli elementi tecnici necessari, con la speranza di poter riavviare il cantiere per la prossima primavera.
Sempre che il tribunale non ordini la sospensiva nell’ambito del contenzioso che l’Ati guidata da Clea annuncia con una nuova nota ufficiale. L’impresa dichiara che «la lettura degli atti che accompagnano la risoluzione del contratto apre scenari inquietanti». Nel mirino finisce la relazione conclusiva del responsabile unico del procedimento (Rup), ovvero della figura tecnica incaricata dall’AsuiTs all’interno dell’appalto. Stando al comunicato, «dalle carte emerge che la stazione appaltante, nel valutare le possibili alternative per la prosecuzione dell’appalto, aveva evidenziato un percorso comune con l’Ati che avrebbe permesso l’avvio dei cantieri “entro il prossimo settembre”. Sempre dagli atti risulta che questo percorso risulta preferibile per il Rup della stazione appaltante. Per questa ragione il Rup si esprime in maniera contraria alla risoluzione del contratto». La difformità tra il parere del Rup e quello del commissario dell’AsuiTs è una possibile mina nel contenzioso che verrà, posto che l’Ati comunica che «chi ha optato per questa scelta incomprensibile e scellerata dovrà risponderne sia in termini penali che civili».
Intanto la politica litiga. Il dem Roberto Cosolini sottolinea che «la situazione è precipitata senza che il presidente della commissione regionale ritenesse di convocarci dopo la nostra richiesta di audizione dell’assessore. L’ultima seduta della commissione Salute risale a due mesi fa». Il presidente leghista della Terza commissione Ivo Moras ribatte sottolineando che «la prossima settimana convocheremo la seduta» ma precisando che «in commissione si discute di atti e non di contratti o appalti, che non sono di competenza della politica». Per il M5s Andrea Ussai, «l’unica cosa certa saranno i ritardi, il disagio per l’utenza e le laute parcelle per gli avvocati per la reciproca richiesta di indennizzi». —
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