Trieste, maxi appalto da 300 milioni per la distribuzione del gas
TRIESTE È la più grande operazione che coinvolge i municipi dell’ex provincia triestina: un’operazione energetica dai cospicui interessi finanziari. Ha un valore di 300 milioni di euro per una durata massima di 12 anni: si pagherà con la tariffa. Riguarda la distribuzione del gas e raggiunge oltre 120 mila utenze, più di 230 mila residenti, serviti da una rete di 770 chilometri nella quale circolano 170 mila smc di materia prima.
Proprietaria delle infrastrutture e principale gestore uscente è AcegasApsAmga, l’utility nordorientale controllata dal gruppo Hera. Solo a Muggia opera Italgas. Il Comune triestino ha spuntato finora un canone pari a 2,4 milioni annui, un introito non trascurabile.
Dopo una serie di proroghe-rinvii che dura dall’estate 2015, in buona parte imputabile a frequenti modifiche normative e ad altrettanto frequenti contenziosi amministrativi a livello nazionale, gli uffici dei Lavori pubblici comunali hanno finalmente posato la prima pietra, sulla quale costruire il maxi-appalto. Se tutto va bene - come con immancabile sottinteso scaramantico si dice in queste impegnative situazioni - il bando di gara decollerà all’attenzione dei grandi operatori del settore prima dell’estate. Gli interessati avranno tempo un anno per presentare le loro offerte, quindi l’esito sarà noto - ben che vada - nell’inoltrata primavera del 2019. Deve essere rispettato un cronoprogramma tecnico, che prevede l’esame della documentazione da parte di Arera, l’autorità di regolazione competente per energia, reti e ambiente.
In considerazione della delicatezza e della rilevanza economica del dossier, l’amministrazione comunale, fin dall’estate di tre anni fa, ha deciso di farsi supportare da un consulente, con esperienza maturata in ambito energetico: si tratta dello studio milanese Radice&Cereda, advisor individuato a sua volta previa gara. I professionisti dello studio saranno prossimamente a Trieste per impostare il lavoro insieme al responsabile unico del procedimento, che è lo stesso direttore dei Lavori Pubblici municipali Enrico Conte.
Si diceva, in termini figurati, della prima pietra. Elisa Lodi, assessore ai Lavori Pubblici, ha portato in giunta la delibera, assai ampia ed esplicativa, che in sostanza apre il “cantiere” procedurale in direzione della gara. Questo primo passaggio è considerato uno dei punti-chiave dell’operazione: riguarda il valore del rimborso degli impianti di distribuzione gas. In poche parole, quanto la proprietaria AcegasApsAmga (a eccezione di una minima percentuale in capo allo stesso Comune all’ex Ezit), qualora non vincesse l’appalto, andrebbe a incassare dall’eventuale nuovo aggiudicatario. Il negoziato è stato lungo, condotto da Conte per il Comune e da Maria Mazzurco per AcegasApsAmga. La relazione tecnica, redatta dallo studio Fracasso con sede a Montesilvano (Pescara), ha fissato il rimborso in 86 milioni 686.246,74 euro.
E’bene rammentare che in questa operazione Trieste funge da pivot per l’intero Ambito territoriale minimo (Atem), formato dai comuni di Muggia, Duino Aurisina, San Dorligo, Sgonico, Monrupino. Agli amministratori piacerebbe alzare la consistenza della royalty, che per Trieste - come abbiamo visto - consiste in 2,4 milioni all’anno: ma sarà un obiettivo di non facile conseguimento.
Naturalmente AcegasApsAmga ha da tempo appostato le risorse per difendere il suo presidio dal possibile assalto dei concorrenti. Già nell’inverno 2016 il direttore generale Roberto Gasparetto aveva preannunciato che la società era pronta a investire sull’appalto gas triestino 53 milioni di euro, un quinto dell’intero budget messo a disposizione per le gare nel Nordest. Quella del capoluogo è la più importante competizione della regione.
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