Trieste, Marini si smarca dalla Lega «Basta sparate irragionevoli»

Il forzista prende le disanze dalle “crociate” del Carroccio contro barboni e migranti «La pazienza ha un limite. Noi azzurri non siamo i parenti poveri della coalizione»
Bruno Marini durante l’intervento al Città di Londra davanti alla platea di “fedelissimi” (foto Lasorte)
Bruno Marini durante l’intervento al Città di Londra davanti alla platea di “fedelissimi” (foto Lasorte)

TRIESTE «Non siamo i parenti poveri della coalizione. Rispettiamo i nostri alleati, ma pretendiamo a nostra volta rispetto. Siamo buoni, ma non scemi». Nel tradizionale scambio di auguri nella consueta cornice della Trattoria Città di Londra, tra amici e simpatizzanti della corrente cattolica-moderata di Forza Italia, Bruno Marini più che festeggiare il Natale, ha anticipato il Capodanno, facendo esplodere i primi botti, sotto forma di attacchi politici. E nel mirino non sono finiti stavolta solo gli avversari, ma anche gli alleati al governo della città, in particolare la Lega.

«Non voglio più sentir parlare di giunta a trazione leghista. L’unica trazione che conosco è quella che fa riferimento al sindaco Dipiazza. È lui il primo cittadino che abbiamo eletto. È lui il leader della coalizione che ha in Forza Italia il partito che ha raccolto il maggior numero di preferenze - ha tuonato Marini, che ha preso di mira le recenti ordinanze sul fronte dell'immigrazione e della sicurezza in città -. È chiaro che l’Europa deve svegliarsi e che questa città non può farsi carico di tutti i profughi che arrivano. Ma non per questo possiamo metterci a sparare sulla gente, sui barboni e sugli immigrati. La nostra è sempre stata una linea moderata ed equilibrata. Non vogliamo le provocazioni e le prese di posizione monomaniache proprie della Lega Nord». Poi una stoccata precisa e diretta al vicesindaco. «Roberti è un bravo ragazzo e una persona pulita e capace. Ma non ha ancora la struttura politica per guidare la giunta di una città come Trieste. Quel ruolo spetta a Dipiazza».

L’attacco frontale alla Lega Nord si è spostato anche sul piano regionale e sull'appuntamento elettorale del 2018. «C'è già stata l'investitura a candidato alla presidenza regionale di Riccardo Riccardi da parte di Silvio Berlusconi con l'appoggio dei consiglieri e dei coordinatori provinciali del partito - ha chiosato Marini -. Non capisco perché subito dopo ci sia stata però la reazione dei nostri alleati fondamentali della Lega. Mi chiedo in sostanza per quale motivo Salvini ha il diritto di proporre Fedriga, mentre Berlusconi non può indicare Riccardi».

Nella carrellata degli auguri natalizi, tra pizzette, tartine, prosciutto in crosta e brindisi a base di bollicine, non sono stati ovviamente risparmiati gli avversari. «Siamo stufi del “buonismo” di questa sinistra che fa finta che i problemi non esistano. La giunta Cosolini ci ha lasciato in eredità cinque anni di disastri, dove non è stato fatto nulla per la città, soprattutto sul fronte dei lavori pubblici. Per quel che riguarda la Regione e le lacrime della Serracchiani, non entro nelle questioni personali. Ma quelle lacrime sono il risultato di un’azione politica che ne ha combinate di tutti i colori, e mi riferisco in particolare al fallimento delle riforme delle Uti e della Sanità - ha concluso Marini -. Alla giunta Dipiazza dico però che bisogna fare qualcosa di più e mi rivolgo a tutti gli assessori. Non si può rimediare ai disastri degli ultimi cinque anni in pochi mesi. Però, tanto per intenderci, non basta mettere gli abeti in piazza Unità. Serve un segnale evidente di discontinuità rispetto al passato, soprattutto per quel che riguarda la manutenzione della città».

Tra i “fedelissimi” presenti allo scambio di auguri, anche la consigliera comunale Manuela Declich: «Dobbiamo colmare il vuoto culturale lasciato dalla giunta Cosolini e rilanciare la città sul piano del turismo e dell'attrattività, ma non è facile muoversi tra i paletti di burocrazia, leggi e regolamenti. Le persone hanno preoccupazioni e aspettative: dobbiamo dare risposte concrete». In sala anche Emanuele Braico, presidente associazione comunità istriane: «La sinistra sta facendo di tutto per far morire le associazioni degli esuli e noi stessi dall'interno siamo più divisi che uniti. Dalla nuova amministrazione però mi aspetto di più: finora ci sono state molte promesse ma pochi fatti».

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