Trieste, Marina San Giusto chiede il conto a Mariani

L’ex presidente, condannato dal Tribunale civile, deve mezzo milione alla società. Ora il processo penale per “mala gestio”
Silvano Trieste 28/11/2015 Marina San Giusto
Silvano Trieste 28/11/2015 Marina San Giusto

Prima un processo civile, finito con una pesante condanna, ora uno penale. A sedere sul banco degli imputati, ancora una volta, Italo Mariani, l’ex presidente del cda ed ex amministratore delegato – dal 1991 al 2012 – della San Giusto Sea Center Spa, la società proprietaria del prestigioso club nautico Marina San Giusto. Il gup ha infatti deciso di rinviare a giudizio l’indagato, a seguito della denuncia penale depositata dal nuovo vertice amministrativo della società, insediatosi nel 2012, con presidente l’architetto Paolo Zelco e come amministratore delegato il commercialista Gianfranco Nobile. Denuncia avanzata, spiega il gruppo dirigente della società, «nel rispetto delle norme comportamentali che regolano l’attività degli amministratori rispetto a notizie di reato delle quali hanno conoscenza nell’espletamento del loro mandato».

Ma quali sarebbero questi reati che l’attuale gestione ascrive al predecessore? Presto è detto: «Mala gestio». Stessa accusa mossa in sede civile tempo addietro sempre nei confronti di Mariani, tuttora socio del Marina San Giusto, e sfociata in una sentenza emessa l’anno scorso. E non è la prima che si conclude negativamente per Mariani. Tanto che adesso l’ex presidente si trova complessivamente in debito nei confronti della spa per oltre 500mila euro. I fatti sono andati così, spiegano gli amministratori: «La società ha fatto ricorso al Tribunale civile di Trieste, sezione specializzata per le imprese, attraverso un’azione di responsabilità nei confronti del cavalier Mariani, deliberata dall’assemblea dei soci con parere favorevole del Collegio sindacale, in cui si chiedeva che l’ex presidente venisse condannato al ristoro dei danni alla società in ordine alla sua mala gestio». La richiesta appunto è andata a buon fine con la condanna.

Negli scorsi anni anche Mariani aveva avviato numerosi procedimenti giudiziari nei confronti della società, «che lo hanno visto soccombente – continua il management –. Pertanto il cessato presidente e amministratore ha nei nostri confronti un debito superiore a ben 500mila euro». Il Marina San Giusto dunque potrà, non appena riceverà tale cifra, continuare a risollevarsi dalla crisi che l’ha attanagliato per diversi anni. Oggi detiene ancora un gruppo di 33 soci e un porto storico per 214 imbarcazioni tra i 6 e 30 metri, nonché un megayacht port in grado di ospitare numerosi panfili di lusso entro i 100 metri.

L’attuale governance, dopo il riconoscimento del credito a favore della spa, ha sottolineato la volontà di «dissociarsi dalla precedente gestione, promuovendo azioni di risanamento aziendale, riconosciute dalla compagine sociale con versamento del richiesto aumento del capitale sociale destinato alla riduzione della posizione debitoria sofferta dalla società». Con una novità ulteriore: «A oggi – fa sapere l’ad Nobile – la San Giusto Sea Center Spa non soffre di posizioni debitorie scadute nei confronti di debitori privilegiati e chirografi, avendo anche ottenuto la fiducia degli istituti di credito che hanno accettato piano di rimodulazione del debito e strutturazione del suo ammortamento così come da noi proposto».

Le gravi turbolenze economiche e giudiziarie hanno fra l’altro origine da importanti e necessari lavori di ampliamento e ristrutturazione dei moli, operazione costata oltre 4 milioni di euro, conclusa nel 2012 dopo tre anni di lavori. Grazie a queste azioni già a inizio 2016 il Marina San Giusto ha trovato buoni riscontri per il proseguimento della sua attività. Infatti ha ottenuto dall’Autorità portuale una nuova concessione demaniale che durerà fino al 2046. Questo ha favorito la stipula di nuovi contratti di prestazione di servizi portuali per il godimento pluriennale degli ormeggi da parte dei clienti. «Tutta una serie di fatti positivi – conclude l’organo amministrativo – che hanno interessato il nuovo corso della società e che le stanno consentendo di risalire la china rispetto alla pesante situazione in cui versava e che ha avuto la massima espressione nel gennaio del 2015».

 

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