Trieste, Marchesich unico candidato indipendentista
TRIESTE «L’unico candidato indipendentista sono io. Diffidate delle imitazioni». “Iure” c’è. Giorgio Marchesich, leader del Fronte per l’indipendenza del Territorio libero di Trieste, in una foto punta il dito verso la gente come “Zio Sam” ed espone il suo programma elettorale da candidato “sindaco dei poveri”. Dopo avere rinunciato a riunire tutti gli indipendentisti (magari attorno al suo nome), organizzato la manifestazione del 13 settembre (è stato lui a chiedere quest’anno i permessi) ha deciso di rompere gli indugi e correre da solo. «Il processo di aggregazione si è disgregato e alla fine sono rimasto solo io» spiega ricordando la messa in mora di Vito Potenza (Territorio Libero) dalla Lista “Liberazione Triestina”.
«Gli indipendentisti a due cifre» assicura citando un sondaggio online che dava Potenza all’8% e lui al 3% alla pari del comunista Iztok Furlanic e incredibilmente davanti al senatore dem Francesco Russo (2%). Il programma, in cinque punti, prevede: «l’applicazione integrale del Trattato di Pace (Allegati VI e VII), chiudere o riconvertire la Ferriera di Servola, salvaguardare e migliorare la sanità triestina, abolire le tasse comunali per le famiglie meno abbienti e istituire il reddito di cittadinanza, debellare l’immigrazione negando qualsiasi favoritismo ai clandestini». Un programma decisamente vasto e alquanto impegnativo. Ma Marchesich, il sindaco dei poveri (sua definizione), è convinto che basta tagliare i ponti con Roma per ridare il benessere alla città.
«Posso orgogliosamente affermare di poter rappresentare tutti gli indipendentisti del Territorio Libero di Trieste perché questo diritto me lo sono conquistato anche grazie alla storia della mia famiglia» ricorda il leader del Fronte per l’indipendenza che in passato ha indossato anche la camicia verde della Lega Nord. «La mia lista è aperta a indipendentisti, liberali e liberisti» aggiunge ricordando che ha offerto la candidatura a Marcello Di Finizio e Maurizio Fogar. «Vogliamo fare una rivoluzione copernicana a Trieste, rappresentare a 360 gradi tutte le problematiche cittadine» ripete prima di buttare lì uno dei suoi tanti slogan. «Adesso basta abbaiare, è arrivato il momento di mordere». Ma quello storico, sempre con il dito indice puntato, resta insuperabile: «Avrò anche un brutto carattere, ma a differenza di molti, non lecco il culo a nessuno». Vota Iure. Vota Iure. Astenersi lecchini. (fa.do.)
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