Trieste, manifesti in piazza e sui bus contro i pregiudizi sessisti

Il Comune lancia la campagna di sensibilizzazione sugli stereotipi di genere. Messaggi mirati su lavoro domestico, disparità salariale e capacità di emozionarsi

TRIESTE Il Comune lancia una campagna di sensibilizzazione sugli stereotipi di genere. Fino a fine mese su alcuni autobus e cartelloni della città compariranno dei manifesti con immagini corredate da messaggi, che hanno lo scopo di «catturare l’attenzione» della cittadinanza su aspetti della quotidianità che spesso risultano «discriminatori tra uomini e donne». Ma anche su «scelte e comportamenti capaci di condizionare in maniera sottile e non consapevole» l’esistenza di ciascuno.

Il progetto è stato presentato ieri in Municipio nel corso di un incontro cui erano presenti l’assessore alle Pari opportunità Serena Tonel; Laura Di Pinto, presidente della Commissione Pari opportunità, le commissarie Anna Mozzi e Daniela Pantaleo e Leonardo Ligresti, rappresentante dell’agenzia Igp-Decaux, concessionaria pubblicitaria per Trieste Trasporti. La campagna prevede, come accennato, l’affissione di 100 poster accompagnati da slogan, sul retro e sul fianco destro di una decina dei mezzi del pubblico trasporto, nonché sugli appositi spazi messi a disposizione per la cartellonistica in piazza dell’Ospitale. I manifesti, è stato precisato ieri, sono stati esposti il primo novembre e rimarranno visibili per 28 giorni.

Tre sono i temi scelti per il progetto: «Famiglia, educazione e lavoro», ha specificato Tonel. La prima immagine raffigura infatti una giovane coppia alle prese con le faccende domestiche. Recita la scritta in sovraimpressione: «Le donne italiane dedicano in media al lavoro “di cura” (figli, parenti, casa) oltre cinque ore al giorno, i loro uomini appena un’ora e mezza. E tu?». Un’altra fotografia immortala un bambino in lacrime, in braccio a un adulto che gli dice: «Sii coraggioso e piangi». «Il pianto per bimbi e bimbe è sano e necessario - spiega la didascalia sotto la foto -. Lasciali liberi di esprimere le loro emozioni». Il terzo cartellone informa che «le donne italiane guadagnano in media il 30% in meno» e pone una domanda retorica a un uomo: «Ti piacerebbe guadagnare meno e lavorare di più?».

«Ho voluto dare il mio pieno appoggio a questa innovativa campagna, che nasce da un’idea della Commissione per le Pari opportunità - ha precisato Tonel -. Spero che i cittadini, che vedranno i poster non solo sui bus ma anche in giro per la città, colgano l’occasione per riflettere su simili temi. Le immagini sono volutamente provocatorie e costituiscono un primo importante passo, compiuto in via sperimentale, che mi auguro sia un efficace spunto anche per analoghe iniziative, in futuro».

Durante la conferenza è stato messo in evidenza il divario esistente tra le aspirazioni di carriera percepite come femminili e quelle considerate invece maschili. L’insegnamento o gli impieghi nelle risorse umane risulterebbero tra le prime. Tecnologia, ingegneria, scienze e matematica, secondo il senso comune, sarebbero al contrario di dominio prevalentemente maschile. Si è infine denunciato come alcuni comportamenti siano ad oggi ritenuti inadatti alle donne: ad esempio competere contro altri candidati per ottenere una posizione, chiedere un aumento di stipendio con fermezza, prendere la parola in una riunione sovrastando la voce degli altri.

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