Trieste, l’Università cerca un gestore per l’Ex Ospedale militare
Li hanno aspettati fino all’altro giorno, data-termine per “manifestare interesse”. Hanno ricevuto una sola proposta. E deciso in Consiglio di amministrazione di aspettare qualche giorno ancora. Cercasi ulteriore candidato. Per poter scegliere, e poi bandire la gara. Ma l’Università ha emesso un avviso di “indagine esplorativa” per individuare il futuro gestore del più grande campus che Trieste abbia mai avuto, l’ex Ospedale militare ormai ristrutturato che deve entrare in funzione a ottobre per vincoli di finanziamento (due corpi di 4 e 6 piani, quasi 17 mila metri quadrati di camere e sale “con vista” in totale), che paragrafo dopo paragrafo disegna quasi una cruna d’ago.
Le tipologie di gestore ammesse vanno tout court da Regioni e Province a università statali o legalmente riconosciute, da consorzi universitari a cooperative di studenti e organizzazioni non lucrative (purché il loro statuto preveda costruzione e/o gestione di alloggi per universitari), solo da ultimo operatori economici, purché in raggruppamento con una tipologia istituzionale fra le precedenti.
Il candidato è avvertito prima di tutto che l’aspetta un onere gravoso. Dovrà provvedere interamente agli arredi di 163 stanze singole e doppie per 239 posti per studenti, di sale da lettura e musica, bar, lavanderia. E che l’intero catalogo dei suoi compiti gestionali, nel corso di una concessione che potrà andare da 10 a 19 anni, non dovrà mai riversare alcuna spesa sull’Università, che cede in comodato gratuito muri e impianti (15,3 milioni di euro il restauro). In più il concessionario sarà inibito dal produrre utili, «in considerazione - dice il bando - dei fini istituzionali e di solidarietà sociale perseguiti con la concessione». Ovvero, se farà utili, dovrà reinvestirli per abbattere le rette degli studenti meritevoli.
I primi ad aver diritto al “campus” sono studenti che oggi ricevono gli alloggi ex Erdisu, ora Ardiss (176 letti su 239), e quelli che restano in graduatoria. Ma con un’importante svolta: “il campus di tutti”. Nei posti restanti, inquilini privilegati diventano, nell’ordine, studenti di altre università, di scuole di alta formazione artistica e musicale, dottorandi, studenti stranieri ospiti per Erasmus e altro, docenti/ricercatori a Trieste per didattica o ricerca e pure i loro familiari conviventi, parenti degli studenti, e studenti delle superiori in transito per progetti di mobilità. D’estate però i concessionari saranno autorizzati ad affittare a prezzo di libero mercato il 10% dei posti letto. Turisti nel campus. Finalmente dei ricavi.
È un bando davvero innovativo, ma seleziona spietatamente. La lista dei compiti di gestione è poi infinita. Detto degli arredi completi, seguono manutenzione ordinaria e straordinaria, presidio e custodia, pulizia, foresteria (con assistenza completa agli ospiti stranieri e alle loro famiglie, inclusi documenti o asili dei figli), fornitura e gestione della biancheria da letto e da bagno, set di cortesia in stanza per ospiti non permanenti, promozione della foresteria, gestione di almeno 6 sale da studio e 2 da gioco, lavanderia con almeno 3 locali con lavatrici e asciugatrici, aule computer, hardware, bar, caffetteria e ristorazione, distributori automatici di bevande, gestione di sala conferenze e sala proiezioni, custodia valori, emeroteca e fotocopie, orientamento e inserimento lavorativo, formazione e alta formazione. E poi attività ginniche e motorie di gruppo, navetta da e per l’aeroporto. Catering se serve. Servizi medici e assistenziali. Corsi di lingue straniere. Noleggio di biciclette. E stoviglie da cucina. Al punto n. 19, “altri servizi”, se mancasse ancora qualcosa.
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