Trieste, l’Università “blinda” l’offerta didattica
TRIESTE Fino a oggi, chi voleva formarsi nel campo della riabilitazione psichiatrica era costretto a “emigrare” e iscriversi all’Università di Verona, vista la totale assenza di un analogo corso di laurea in regione. Un vuoto che può apparire quasi paradossale nella città da cui Franco Basaglia fece partire la sua rivoluzione. A colmare questo gap, ma soprattutto a dare risposta alla forte richiesta di questo tipo di figure professionali proveniente dal territorio, è l’Università di Trieste che da settembre attiverà il nuovo corso di laurea triennale (a numero chiuso, 16 persone) in “Tecniche della riabilitazione psichiatrica”: assieme alla già annunciata rinascita del Dams in collaborazione con Udine è la principale novità dell’anno accademico 2015-16.
Offerta blindata Poca cosa la nascita di due nuovi corsi? In realtà il solo incremento, seppur lieve, dell’offerta didattica in piazzale Europa è già di per sé una buona notizia, se si pensa che, solo qualche anno fa, il crollo vertiginoso del numero di docenti aveva imposto una dolorosa quanto necessaria razionalizzazione degli insegnamenti. Adesso, grazie anche a una nuova politica di reclutamento del personale docente e a una più stretta interazione con l’Università di Udine, non solo l’offerta didattica è stata “blindata” per il 2015-16, ma è stato anche possibile incrementarla lievemente.
Il corpo docente Ma come si è arrivati a questo risultato con i finanziamenti sempre più ridotti e il blocco parziale del turn-over? «Abbiamo cambiato la politica di reclutamento dei professori e puntato sulle progressioni interne, in particolare dei giovani ricercatori. In questo modo da una parte andiamo a rafforzare il corpo docente “dal basso” per renderlo sostenibile negli anni, dall’altra valorizziamo i nostri talenti - è la ricetta del rettore Maurizio Fermeglia -. Alla fine del 2014 abbiamo reclutato 35 persone dall’esterno e promosso circa 40 nostri ricercatori a professori associati». Nonostante la legge consenta di riutilizzare per le assunzioni solo il 50 per cento delle risorse liberate dal turn over, questa strategia ha fatto sì che il numero di professori in forza all’ateneo si sia comunque stabilizzato attorno alle 700 unità, bilanciando le uscite con le nuove entrate. E che l’offerta formativa, di conseguenza, non abbia subito contrazioni.
I corsi di laurea Complessivamente, nell’anno accademico 2015-16 verranno attivati 68 corsi di laurea: 31 triennali, altrettanti magistrali e sei a ciclo unico. Le principali novità riguardano la sempre più marcata interazione con l’ateneo udinese, che porta a quota 12 i corsi “interateneo”, metà dei quali avranno per sede amministrativa (diversa da quella didattica, fissata in modo tale da avere il massimo dell’efficacia possibile, ndr) Trieste e l’altra metà Udine. Tra questi troviamo il rafforzamento di Architettura a Gorizia e il ritorno del Dams in chiave interateneo, anche qui con sede nel capoluogo isontino.
Sanità “interateneo” Le novità più significative su questo fronte, però, sono quelle nell’ambito delle professioni sanitarie: a fronte della nascita, a Trieste, del nuovo corso in Tecniche di riabilitazione psichiatrica, gli insegnamenti in Ostetricia, Tecniche di laboratorio biomedico e Tecniche di radiologia (attualmente presenti in entrambi gli atenei), verranno unificati in tre corsi interateneo e attivati ad anni alterni nelle sedi di Trieste e Udine, sul modello del corso in Tecniche nella prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. Una scelta dettata dall’esigenza di rispondere alla reale richiesta di queste figure professionali sul territorio al di là della mera concorrenza tra atenei.
«Non è stato affatto semplice portare in porto l’accordo con Udine sulle lauree triennali in ambito sanitario - spiega Daniele Del Santo, delegato del rettore alla Didattica -: ci abbiamo lavorato a lungo e con fatica, ma alla fine siamo riusciti nell’intento, che era prima di tutto quello di essere più vicini alle richieste del mondo del lavoro. In generale, l’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di dare stabilità nel tempo all’offerta didattica dell’Università, evitando di attivare corsi estemporanei. Vogliamo creare percorsi completi in grado di coprire tutti e tre i livelli di formazione, valorizzando le nostre competenze e facendo rete con le altre realtà accademiche regionali e transfrontaliere».
La new entry Tornando alla new entry del prossimo anno, a presentare il nuovo corso è Roberto Di Lenarda, direttore del Dipartimento clinico di scienze mediche, chirurgiche e della salute: «Quella che andremo a formare sarà una figura in grado di lavorare sia in supporto ai medici nel trattamento dei pazienti psichiatrici sia nell’ambito della prevenzione ed educazione alla salute mentale - spiega -. Il fatto che il corso nasca proprio a Trieste, che ha una tradizione importante in questo campo, è sicuramente un valore aggiunto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo