Trieste, l’ospedale in ferie taglia su letti e sale operatorie

TRIESTE Tagli ai posti letto, meno sale operatorie e reparti accorpati. Anche la sanità triestina va in ferie e, come ogni anno in questo periodo, i vertici hanno preparato un piano ad hoc per limitare il più possibile disagi per i pazienti.
Una programmazione in accordo con le forze sindacali pensata per coprire i turni del personale del Comparto, dunque infermieri, Oss e tecnici, per il periodo che va dal 30 maggio al 2 ottobre, pari a 18 settimane. I contraccolpi potrebbero farsi sentire innanzitutto nella disponibilità dell'attività chirurgica dell'ospedale di Cattinara, con la riduzione di sale operatorie: una in meno fino al 30 luglio, due in agosto e un'altra ancora dal 1 al 19 settembre. Anche il Maggiore dovrà a rinunciare a una seduta giornaliera per gli interventi senza ricovero, i "day surgery", dal 18 luglio al 26 agosto, e 1 a settimana per l'oculistica dal 1 giugno al 31 agosto.
Non finisce qui. Per l'intera estate parte l'unificazione della Struttura complessa della Clinica ortopedica con la Struttura Complessa della Prima medica a bassa intensità di cura. La riorganizzazione non risparmia nemmeno i posti letto per i ricoverati, ridotti di 22.
Nel dettaglio, su questo fronte, ecco cosa indica il piano: la Clinica ortopedica passa dai 67 spazi, suddivisi tra i 28 del 14° piano della torre medica e i 39 dell' 11° piano torre chirurgica, a 52. L'assetto provvisorio, quindi, prevede una distribuzione di 37 letti al 14° piano della medica e altri 15 al 13°. Nello stesso piano viene collocato anche il Bic (reparto di medicina a bassa intensità di cure) che passa da 31 a 24 posti letto. Non sono numeri a caso, ma pesati con il bilancino per non correre il rischio di trovarsi impreparati e non riuscire a mantenere livelli assistenziali adeguati per la città.
Il management ospedaliero, stando alla programmazione concordata con i sindacati, si impegna a «garantire la fruizione delle ferie per l'intera stagione nel rispetto delle disposizioni contrattuali vigenti», si legge nella documentazione, oltre a rispettare i turni del personale nelle rispettive strutture di appartenenza. Va da sé che anche il normale riposo settimanale non si tocca. Le direzioni preposte vigileranno costantemente sull'efficacia del servizio in modo da arginare eventuali intoppi.
Ammontano a 310mila euro i fondi stanziati dal management sanitario per pagare i turni in più necessari a coprire le assenze improvvise negli ospedali e a 120mila per la parte territoriale, in particolare per il 118, la Rsa San Giusto e il servizio infermieristico del Distretto 2.
«La situazione comunque è preoccupante, siamo all'osso», denunciano in un comunicato congiunto Fabio Pototschnig della Fials di Trieste e Rossana Giacaz della Cgil. «Il piano può garantire le risposte alle esigenze assistenziali e contestualmente al diritto alle ferie dei lavoratori, anche se - fanno notare - ci rimane una grande preoccupazione perché siamo consapevoli che la situazione è ai limiti a causa di una dotazione organica non adeguata. Infatti si chiede agli operatori, in caso di assenze improvvise e non prevedibili, un ulteriore impegno orario aggiuntivo».
Di qui il pressing sull’amministrazione regionale. «Questa situazione non va imputata all'attuale direzione dell’azienda, che anzi sta facendo il possibile per compensare l'immobilismo di quella precedente. Ed è per questo che chiediamo alla Regione di mantenere le promesse fatte di recente e permettere alle Aziende di assumere il personale necessario - aggiungono i sindacalisti - al fine di consentire a tutte le strutture di erogare l'offerta assistenziale richiesta, non solo grazie all'iper impegno degli operatori, ma finalmente con una dotazione tarata sulla reale richiesta di salute che arriva giornalmente dai cittadini».
Il direttore generale Nicola Delli Quadri, tuttavia, ridimensiona gli allarmi e rassicura: «Il piano ferie è concordato con le organizzazioni sindacali ed già iniziato - afferma - siamo coperti e non ci saranno sofferenze. Assolutamente no, non ci saranno. C'è un turn over e una sostituzione del personale che si carica di qualche turno in più e, in forza di questo, viene remunerato. Davvero non vedo grossi problemi, né per il personale né, tantomeno, per l’utenza a cui verranno garantiti i consueti servizi».
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