Trieste: lo scultore delle riproduzioni perfette

Fra le opere iperrealistiche di Davide di Donato figure di celebrità ma anche di animali. Tanti i lavori realizzati per film e tv

Si definisce artigiano della tridimensione e ha la casa popolata di eroi ed eroine, personaggi famosi di ogni tempo, calciatori, giocatori di baseball e animali di ogni sorta, tutti usciti dalle sue mani. Davide di Donato, triestino, fa lo scultore da quando era bambino: «Mi sono accorto fin da piccolo di avere una predisposizione particolare a scolpire e di ciò ho fatto la mia vita».

Conosciuto per aver rimodellato lo squalo bianco del Museo di storia naturale, che con i suoi 5,4 metri è il secondo esemplare naturalizzato in pelle più grande del pianeta, di Donato ha alle spalle una carriera fatta di un numero inquantificabile di produzioni. Uomini di Neanderthal, sciamani, animali preistorici e non, star della musica come Keith Richards dei Rolling Stones o Elton John, busti di Robert De Niro e di papa Wojtyla: il tutto a grandezza naturale, destinati a mostre, musei, installazioni scientifiche o artistiche, commissionati da grandi aziende o da privati, spediti in ogni punto del mondo. Gran parte del suo lavoro è inoltre costituita da riproduzioni modellistiche di soli 200 millimetri, tra cui vanno elencati personaggi come Madonna, Marilyn Manson, i più famosi supereroi e soggetti delle saghe fantasy e horror.

Tra le ultime creazioni, risaltano i calciatori: «I prototipi mi vengono ordinati da aziende olandesi e svizzere ma anche da singoli collezionisti inglesi. Mi spediscono una fotografia che ritrae gli sportivi nella posa preferita: nell'atto di calciare, di esultare o in una clamorosa parata. A quel punto inizio a creare la mia scultura con della cera lavorata a caldo». Dalla cera, modellata su di un'armatura in ferro e incisa con strumenti in acciaio dalle punte sottilissime per curare ogni dettaglio, si passa al calco in silicone, che a sua volta compone il negativo della figura. Nel negativo viene fatta colare della resina poliuretanica che, una volta asciutta, assume le sembianze della plastica. Dopo il painting, ecco pronto il master, una copia fedele del personaggio tanto nelle fattezze fisiche quanto nella divisa calcistica, dal quale prenderà avvio la riproduzione in serie in tirature iniziali dai 10 mila ai 200 mila pezzi.

Non è nemmeno immaginabile il numero di mini Alessandro Del Piero, Luca Toni, Javier Zanetti, Xabi Alonso, Fredrik Ljungberg e Guillermo Ochoa, solo per fare qualche nome, sparsi nelle case di collezionisti di tutto il mondo che portano la firma di Davide di Donato. «Tre sono le cose necessarie per creare un modellino perfetto - spiega lo scultore - Una conoscenza approfondita dell'anatomia, una grande cura del panneggio (la rappresentazione in scultura delle pieghe dei tessuti) e, infine, il saper offrire una somiglianza quanto più possibile vicina alla realtà». E in questo lo scultore triestino è un maestro. Oltre ai personaggi umani, infatti, iperrealistici sono anche i numerosissimi esemplari animali che di Donato ha scolpito negli anni: al Museo di storia naturale cittadino, oltre allo squalo, è di sua produzione anche l'orso speleo di 2,35 metri. Per una mostra itinerante ha dato alla luce delle testuggini galapagos e delle iguana di mare. Sua è l'esecuzione di tutta la camminata dell'evoluzione del Carso - dal brodo primordiale ad oggi - del Centro didattico naturalistico di Basovizza, e anche la realizzazione scenografica di oltre 25 metri quadrati di roccia nella Riserva naturale del lago di Cornino di Udine, in cui sono stati collocati i grifoni tassidermizzati.

C'è poi il mondo del cinema, dove di Donato è uno specialista di effetti speciali sia scenografici che del make-up: «Ho collaborato a una produzione horror di Dario Argento e scolpito i fagiolini parlanti della serie televisiva Fantaghirò», racconta. Curioso è che, tra le infinite figure create negli anni, ce n'è una, a suo dire, veramente difficile da scolpire: «La donna. È costituita da una meravigliosa conseguenza di punti armonici che vanno riprodotti in ordine perfetto. Anche uno solo fuori posto, rende tutta l'opera un orrore».

Vanessa Maggi

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