Trieste, lo sciacallo torna a casa dopo due mesi di cure

Era stato ritrovato a Draga Sant’Elia. Decisivo l’intervento dell’Enpa. Si tratta del primo caso del genere in Italia
Lo sciacallo dorato curato dal personale dell’Enpa
Lo sciacallo dorato curato dal personale dell’Enpa

TRIESTE È uscito lentamente dallo speciale trasportino all’interno del quale aveva “viaggiato” partendo da quella che era stata la sua nuova casa per oltre due mesi. Poi, però, si è subito avviato con passo sicuro verso il sentiero in direzione di un cespuglio, in quello che da sempre è il suo ambiente naturale.

Si è conclusa con successo, condita da una palpabile emozione, alla presenza di naturalisti e veterinari di fauna selvatica, l’operazione che ha riportato in libertà l’esemplare di sciacallo dorato (Canis aureus) ritrovato ferito ed in gravi condizioni il 10 aprile scorso nella zona di Draga Sant’Elia, nei pressi della pista ciclabile.

Una operazione che si presentava delicata ma che è stata portata a termine nel migliore dei modi. L’animale, un canide di medie dimensioni diffuso nel sud ed est Europa, oltre che nel continente asiatico, era stato soccorso dai volontari della Protezione Animali e curato in queste settimane presso il Centro recupero animali selvatici dell’Enpa di Trieste.

Lo sciacallo dorato, esemplare maschio giovane di circa un anno di età, che presentava una ferita sul fianco di 8 centimetri infetta e già infestata da larve, è stato medicato giornalmente e trattato con cure antibiotiche oltre che con farmaci specifici, con la supervisione del medico veterinario Marco Lapia, l’assistenza dei volontari Enpa, oltre che di Luca Lapini, responsabile del Museo di Storia Naturale di Udine.

 

Un altro scatto dello sciacallo
Un altro scatto dello sciacallo

 

La zona di reinserimento dell’animale nel suo ambiente naturale è stata individuata alle pendici del monte Cocusso, poco distante dalla sede dell’Osservatorio Astronomico, luogo dal quale con molta probabilità è passato prima di arrivare in Val Rosandra.

È questo il primo caso in assoluto in Italia di sciacallo dorato raccolto vivo, riabilitato e reinserito nell’ambiente naturale di provenienza. Presenze di tale specie erano state finora rilevate nella nostra regione, sul Carso goriziano e nella zona delle Valli del Natisone, soltanto attraverso avvistamenti, fotografie e filmati notturni, oltre che rinvenimenti di esemplari deceduti.

«Per tutti noi è una grande emozione, oltre che un motivo di orgoglio e soddisfazione essere riusciti a salvare un animale che quando è stato ritrovato era molto debilitato ed in grave stato di infezione - spiega Patrizia Bufo, presidente Enpa, sezione di Trieste -. Un esemplare appartenente peraltro ad una specie particolare che qui da noi non si vede di frequente e la cui presenza è stata finora testimoniata dagli uomini del Corpo Forestale e da una serie di studiosi ed addetti ai lavori».

La sezione triestina dell’Enpa, che nella sede di via Marchesetti dispone di un’area esterna di 80 mila metri quadrati, dal 2000 ad oggi, ha prestato soccorso e ricovero ad oltre 36 mila animali. Quasi 2600 nel corso del solo 2015. Attualmente vi sono ricoverati oltre 250 esemplari di diverse specie, soprattutto selvatiche: dai rapaci ai rettili, dagli anfibi agli ungulati, senza dimenticare gli animali domestici.

L’Enpa di Trieste può contare su una trentina di volontari e ben 1500 soci. «L’operazione che ha riguardato l’esemplare di sciacallo dorato si è rivelata un grande successo - ha evidenziato Gianfranco Urso, coordinatore regionale Enpa -. Un animale prezioso quale indicatore biologico, in quanto la sua presenza, oltre a costituire una novità faunistica per il Carso triestino, rappresenta un motivo di positiva valutazione della qualità del territorio».

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