Trieste, l’intitolazione del Coroneo tra le polemiche

Mercoledì 24 gennaio il ricordo di Mari, infoibato nel ’45. L’Anpi: «Fu il capo del carcere durante l’occupazione nazista»
Silvano Trieste 16/08/2017 Casa Circondariale di Trieste
Silvano Trieste 16/08/2017 Casa Circondariale di Trieste

TRIESTE La scelta di intitolare la casa circondariale del Coroneo al maresciallo Ernesto Mari scatena polemiche. Mercoledì 24 gennaio, alle 11, alla presenza, tra gli altri, del capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, è stata scoperta la targa all’esterno dell’edificio per ricordare quest’uomo che aveva comandato gli agenti di custodia nel carcere triestino e che nel 1945 fu infoibato a Basovizza.

A criticare tale decisione, in primis, è l’Anpi. «Riteniamo inopportuna, nel metodo e nel merito, questa intitolazione - afferma il presidente del comitato provinciale Fabio Vallon -. Nel metodo perché tale intitolazione avviene nei giorni dedicati alla memoria della Shoah, di cui Mari fu, per lo meno, osservatore immobile, pur da posizioni di responsabilità e di comando. Nel merito - specifica ancora - perché viene taciuta appunto, nelle motivazioni, la sua responsabilità come comandante delle guardie carcerarie».

Secondo Vallon Mari «merita sicuramente pietà umana», ma non «un atto che cancella le sue responsabilità». Le motivazioni sono le seguenti: «Fu responsabile del penitenziario durante tutto il periodo di occupazione nazista, dal quale passarono, dopo pesanti interrogatori e indicibili torture, migliaia di deportati ai campi di sterminio nazisti. Ma Mari, pur a conoscenza, per la sua funzione, non risulta mosse mai un dito, al contrario di altre guardie carcerarie che aiutarono, per quanto possibile, i reclusi destinati alla deportazione. Almeno tre guardie carcerarie subirono loro stesse la deportazione nei lager e una vi morì. Sarebbero forse più degni di un ricordo gli oltre duecento carabinieri regi, che vennero destinati ai lager perché non accettarono di tradire passando al soldo dei repubblichini e dei nazisti».

A intervenire anche il presidente di Antigone Patrizio Gonnella. «Noi non siamo degli storici - afferma - però Mari ha comunque gestito un carcere quando venivano arrestate persone che non avevano altra responsabilità se non quella di essere dalla parte del giusto. Chi era responsabile del carcere - continua - non ha fatto obiezione di coscienza». Ecco che, «pur essendoci tutta la pietà umana nei suoi confronti, non so se è il segnale giusto in una democrazia intitolare il carcere a Mari. In altri penitenziari - conclude - ciò non è avvenuto. Vorremmo il carcere fosse intitolato a chi rappresenta la legalità. Bisogna rispettare la morte. Segnaleremo al ministero della Giustizia».

(b.m.)
 

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