Trieste, l’integrativo Fincantieri va in assemblea
TRIESTE Trieste è un banco di prova importante per verificare umori, consensi, dissensi sul contratto integrativo Fincantieri, che è stato firmato a fine giugno dopo un interminabile confronto durato un anno e mezzo e che sarà sottoposto al diretto esame dei lavoratori con il referendum del 25-26-27 luglio.
Oggi si terranno due assemblee, dove tra palazzo della Marineria e la direzione generale in via Genova si concentrano oltre 800 dipendenti del gruppo navalmeccanico controllato da Cassa depositi e prestiti. I sindacati affrontano un test significativo sia dal punto di vista quantitativo - perchè riguarda oltre il 10% dell’occupazione complessiva Fincantieri - che sotto il profilo professionale, perchè la gran parte degli addetti coinvolti è “colletto bianco”. E i cosiddetti “white collars” rappresentano ormai il 51% di un’azienda di forte tradizione manufatturiera (e operaia) come Fincantieri.
A dimostrare l’attenzione, che le tre sigle metalmeccaniche firmatarie dell’accordo integrativo ripongono sulla risposta della platea triestina, è la folta e qualificata delegazione sindacale: ci saranno i coordinatori nazionali Bruno Papignani (Fiom), Michele Zanocco (Fim), Mario Ghini (Uilm), coadiuvati dai territoriali Sacha Colautti, Giampaolo Turus (competente per Monfalcone), Antonio Rodà.
Palazzo della Marineria esprime 4 rappresentanze unitarie: per la Fim Alessandro Gavagnin e Alessandro Ius, per la Fiom Andrea Millo, per la Uilm Marco Gregori. Nella pre-consultazione, che ha interessato le 81 “rsu” del gruppo, l’84,2% si è espressa a favore dell’integrativo, mentre contro l’accordo ha votato il 13,1% e il 2,6% si è astenuto. Tutte e 4 le “rsu” elette tra tecnici e amministrativi a passeggio Sant’Andrea hanno supportato la firma contrattuale.
Per le organizzazioni sindacali i problemi nell’area giuliana, dove opera più di un quarto della popolazione complessiva di Fincantieri, sorgono nel grande stabilimento di Monfalcone, dove le “rsu” della Fiom si sono ammutinate: la delegazione nazional-territoriale affronterà domani la calda piazza di Panzano.
L’intesa integrativa ha un’importanza economica e normativa non indifferente per la vita aziendale: era dal 2009 che Fincantieri non aveva un contratto di secondo livello. A fine 2014 era iniziata la discussione sulla nuova piattaforma, discussione protrattasi per 18 mesi con numerosi “stop&go” e frequenti tensioni tra Fim-Uilm da una parte e Fiom dall’altra.
L’intesa, raggiunta il 24 giugno, vale circa 3600 euro lordi all’anno, comprendendo liquidità e welfare. Premio sociale (827 euro), premio efficienza (1500 euro), premio di partecipazione (1208 euro) - con una serie di meccanismi erogativi in parte legati all’andamento aziendale - sono i pilastri su cui è stato costruito il contratto, i cui effetti hanno cominciato a decorrere dal primo luglio e resteranno in vigore fino al 31 dicembre 2019.
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