Trieste: l’infermiere spiava le baby pazienti, chiesto il giudizio

Il pm chiede il rinvio a giudizio dell’infermiere del Burlo accusato di aver filmato 19 ragazzine. La più piccola ha 4 anni
Di Corrado Barbacini
20061106 - PONTEDERA - PISA - CRO - PEDOFILIA: AUMENTO DENUNCE, MAGGIORANZA REATI IN FAMIGLIA. Una immagine simbolica della violenza sui minori. La pedofilia e le violenze sessuali sui minori restano reati in prevalenza 'familiari', anche se Internet ha contribuito ad aumentare le possibilita' di adescamento. E, nonostante lo sforzo delle autorita' di polizia, ..negli ultimi dieci anni le denunce sono aumentate: un dato che non significa necessariamente un aumento dei reati ma che ..comunque indica la presenza di un fenomeno tutt'altro che sconfitto, come dimostra l'operazione di oggi condotta dalla ..squadra mobile di Roma che ha portato all'emissione di 32 ordinanze di custodia cautelare. L'analisi emerge da un convegno sulla pedofilia e sugli altri reati a sfondo sessuale organizzato dalla polizia nella sede della Direzione centrale anticrimine (Dac) cui hanno partecipato esperti del settore, magistrati, poliziotti e psicologi. ..FRANCO SILVI - ANSA - KRZ
20061106 - PONTEDERA - PISA - CRO - PEDOFILIA: AUMENTO DENUNCE, MAGGIORANZA REATI IN FAMIGLIA. Una immagine simbolica della violenza sui minori. La pedofilia e le violenze sessuali sui minori restano reati in prevalenza 'familiari', anche se Internet ha contribuito ad aumentare le possibilita' di adescamento. E, nonostante lo sforzo delle autorita' di polizia, ..negli ultimi dieci anni le denunce sono aumentate: un dato che non significa necessariamente un aumento dei reati ma che ..comunque indica la presenza di un fenomeno tutt'altro che sconfitto, come dimostra l'operazione di oggi condotta dalla ..squadra mobile di Roma che ha portato all'emissione di 32 ordinanze di custodia cautelare. L'analisi emerge da un convegno sulla pedofilia e sugli altri reati a sfondo sessuale organizzato dalla polizia nella sede della Direzione centrale anticrimine (Dac) cui hanno partecipato esperti del settore, magistrati, poliziotti e psicologi. ..FRANCO SILVI - ANSA - KRZ

Hanno dai quattro ai quindici anni. Sono diciannove. Sono le baby vittime di Mauro Cosolo, 59 anni, l’insospettabile infermiere del Burlo Garofolo attualmente agli arresti domiciliari, accusato di atti sessuali con minorenni (puniti dal codice come violenza sessuale) e di detenzione di materiale pornografico.

La lista delle parti offese compare nella richiesta di rinvio a giudizio che il pm Pietro Montrone, il magistrato titolare dell’inchiesta, ha avanzato. Ed è una lista, va rilevato, di gran lunga inferiore a quella che si era inizialmente ipotizzato, anche se contiene pure i nomi di sei infermiere che Cosolo avrebbe filmato a loro insaputa.

L’accusato, difeso dagli avvocati Marta Silano e Raffaele Leo, comparirà davanti gip Luigi Dainotti il 16 settembre.

La vicenda risale allo scorso settembre. In quei giorni era giunta al Burlo una ragazzina di 12 anni che si era rotta una gamba e che era accompagnata dalla mamma. La giovanissima era stata accolta nell’ambulatorio del reparto di ortopedia e, dopo la visita dello specialista, era stata affidata all’infermiere addetto alla sala gessi: Cosolo, appunto.

L’uomo, secondo la denuncia presentata dalla mamma della ragazzina, si era comportato in modo sospetto. La stessa mamma, infatti, aveva visto che l’infermiere teneva in mano una particolare penna che sembrava una telecamera. E pertanto si era rivolta al medico responsabile della struttura Marco Rozzo che, a sua volta, aveva attivato la direzione sanitaria di via dell’Istria. Era partita la segnalazione e gli investigatori della squadra mobile, su incarico del pm Montrone, avevano immediatamente attivato le indagini.

Per avere la conferma dei sospetti della madre della dodicenne era bastato aspettare ed effettuare alcuni accertamenti sulle ultime visite. Pochi giorni dopo un’altra bambina, che si era rotta un braccio, era arrivata all’ospedale infantile ed era stata sistemata sul lettino della sala gessi dove Cosolo, in pochi minuti, era entrato in azione con la sua telecamera inserita in una penna, passandola sotto il lenzuolino.

La madre, in quel caso, non si era accorta di nulla. E neanche la piccola, oggetto delle attenzioni, si era resa conto che quelle non erano delle cure.

Ma tanto era bastato ai poliziotti. Che nell’abitazione dell’infermiere del Burlo, perquisita per ordine del pm Montrone, avevano trovato dopo pochi giorni 251 video e oltre duemila fotografie scattate a ignare e inconsapevoli bambine durante le visite nell’ambulatorio di Ortopedia. In tali immagini si vedono le parti intime delle piccole pazienti.

Gli investigatori, dopo un lavoro certosino, erano riusciti a dare un nome alle vittime solo in una quarantina di casi. Gli unici elementi che accomunano i filmati effettuati con la particolare penna sono un lettino dell’ospedale infantile e attrezzature mediche. A casa dell’infermiere, da qui l’accusa di detenzione di materiale pornografico, c’erano anche filmati e immagini pedopornografiche riguardanti ignoti minorenni che - evidentemente - erano stati scaricati da qualche sito online.

Cosolo era stato subito arrestato e accompagnato al Coroneo. Poi, viste le sue condizioni di salute, la custodia cautelare era stata resa meno «afflittiva». Lo psichiatra Calogero Anzallo, nominato dal giudice Laura Barresi, aveva evidenziato un grave stato di sofferenza e lasciato chiaramente evidenziare il pericolo di un gesto estremo da parte dell’infermiere. Così Cosolo si era visto concedere i domiciliari.

Adesso, dopo la richiesta del pm, dovrà presentarsi davanti al gip.

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