Trieste Libera, i dissidenti cambiano nome e sede
Il Movimento Trieste Libera diventa “due”. Raddoppia. Dopo diffide incrociate, perizie legali, assemblee parallele, avvisi di sfratto si arriva alla scissione. Le strade di Mtl1 e Mtl2 si stanno per separare in modo definitivo. Ogni ricomposizione ormai risulta impossibile, anche per via legale. Il dialogo è impossibile. Il gruppo dissidente ha scelto, non senza alcune divergenze interne, di dare un nome nuovo e una nuova sede al movimento. La decisione del consiglio direttivo del Mtl2 è arrivato dopo l’assemblea che il Mtl1 (quello vero) ha tenuto al teatro Bobbio e che non ha registrato certo un “sold out”. Stasera al Kulturni dom di Prosecco (ore 19) verrà certificato il divorzio in forma breve nel corso dell’assemblea ordinaria. Il nome che verrà proposto è quello di Movimento per il Territorio Libero. In questo modo l’acronimo (Mtl) non cambia e la confusione continuerà.
Il nuovo consiglio direttivo, presieduto da Vito Potenza, ha deciso di cambiare nome e sede per evitare una logorante guerra legale sull’uso del marchio del Movimento Trieste Libera. L’ultima diffida è di martedì scorso. «Le persone diffidate e denunciate sono in particolare gli ex dirigenti o collaboratori Stefano Ferluga, Vito Potenza, Sandro Gombac, Arlon Stok, Adriano Ciacchi, Andrej Rupel, Marco Pizzi, Claudio Beorchia, Luca Milkovitsch, Sandro Gotti. Il movimento diffida pertanto tali persone a cessare l'uso illegale del nome, del marchio e dei simboli di Trieste Libera», scrive l’ufficio-stampa de Mtl1.
Il nome che verrà adottato dal Mtl2 sarà scelto stasera. La sede, visto che quella di piazza della Borsa è in mano al duo Giurastante-Parovel, resta per ora quella di via dei Cosulich 2 (zona industriale) dove si è svolta l’assemblea di rifondazione del 31 maggio in attesa di reperire una sede in centro (si parla di via Imbriani). «Arrivati a questo punto vogliamo distinguerci dall’ Mtl e dalla deriva psicopatica della linea politica instaurata dal “terzo presidente”» fanno sapere rinunciando a far valere la perizia legale (Studio Federica Romanin) che dava ragione a loro, statuto del Mtl alla mano.
Tra i due movimenti rimane la guerra dei numeri tra le due assemblee. Il Mtl2 parla di oltre 500 votanti all’assemblea del 31 maggio (578 per la precisione). «Un centinaio di disperati all'assemblea di Giurastante, facce spaesate e tristi; tra loro neanche uno in grado di sapere in cosa consiste lo status giuridico internazionale del Tlt, personaggi in cerca d'autore, un branco di estranei», assicura il gruppo dei soci fondatori. «Sono state vivaci e dibattute le sei ore (16-22) di assemblea del Mtl sabato 21 giugno al Teatro Bobbio, “assediato” invano da un gruppetto di ex dirigenti espulsi. L’assemblea ha discusso ed approvato quasi all’unanimità (305 si, 18 no, 4 schede bianche, 6 nulle, 3 astenuti) la relazione di bilancio» è la nota ufficiale del Mtl 1. Cronache parallele.
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