Trieste: l’ex Vetri di Murano si veste di nuovo

TRIESTE Dopo oltre un anno e mezzo dalla chiusura di “Vetri di Murano”, quegli spazi un tempo adibiti a tempio dei gadget, dei poster, delle bomboniere e dei gingilli hanno finalmente ritrovato una collocazione commerciale. Nel giro di qualche mese il locale riaprirà sotto l’insegna di un marchio di abbigliamento.
La scorsa settimana è stato infatti siglato il contratto di locazione tra la società della famiglia Bassan, proprietaria dei muri e che per 65 anni ha gestito “Vetri di Murano”, e la Furlan Retail srl, un’azienda con sede a Treviso che gestisce una ventina di punti vendita nel Nord Est e che commercializza diversi brand, non solo nel settore dell’abbigliamento. Negli ultimi anni tra i marchi commercializzati risultano Pull Love, Primadonna Collection, Lush, l’Erbolaio, Bialetti, Floreiza.
«Stiamo facendo una ricerca di mercato - ha spiegato Andrea Furlan, amministratore unico della società che ieri ispezionava i locali assieme allo staff tecnico - e studiando bene anche con gli architetti gli spazi a disposizione per scegliere il brend più adatto a Trieste e a questo punto della città». Intanto i lavori di trasformazione dell’immobile di via delle Torri sono già iniziati. Da pochi giorni una squadra di operai ha cominciato a smantellare tutta la struttura che un tempo dava vita alle tante vetrine di “Vetri di Murano”. Anche quella parte rientrante dove per decenni i triestini hanno curiosato tra migliaia di articoli, passando in rassegna quelli per l’addio al celibato e il nubilato, la bigiotteria, le t-shirt delle squadre di calcio o dei cantanti più in voga, diventerà parte integrante del negozio. L’area adibita alla vendita si spiegherà su 180 metri quadrati, inclusa la parte al secondo piano.
«Abbiamo dato uno sguardo a questa fetta di Trieste - riferisce l’amministratore della Furlan Retail - e ci è sembrata molto viva, piena di bei locali che funzionano bene. Sarà un piacere inserirsi in questo tessuto cittadino». Via delle Torri soffriva di quelle serrande abbassate. Il cartello che proponeva la locazione del locale è rimasto esposto fin dal giorno in cui, il 28 dicembre 2013, la famiglia Bassan ha chiuso la storica attività aperta dal 5 dicembre del 1930. Allora il negozio era ridotto, occupava solo lo spazio dedicato successivamente alle vetrine. Negli anni i Bassan hanno acquistato anche gli altri spazi. Chiudendo, Enzo Bassan, lo storico titolare, aveva subito messo in chiaro: «Darò l’immobile in affitto e non in vendita. Voglio che i sacrifici di una vita restino in eredità ai miei nipoti». E da quel momento a vedere il locale, a formulare delle proposte che poi non hanno trovato concretezza sono arrivate un paio di realtà, locali e non. Un bar-panetteria della provincia che poi ha trovato collocazione in un altro punto della città era stato tra i primi a farsi avanti.
La proposta più allettante diversi anni fa per quegli spazi era arrivata da McDonald’s, quando il colosso degli hamburger era ancora alla ricerca di un locale idoneo alle sue esigenze in centro città. Il direttore commerciale della famosa catena di fast food aveva fatto un sopralluogo meditando sulla realizzazione di un unico punto vendita prendendo in affitto anche il vicino negozio Nacmias e il piccolo punto vendita della Tim che li separa. Ma l’affare saltò.
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