Trieste, l'ex sala matrimoni “apre” il municipio a CasaPound

A Trieste il partito neofascista si presenta per le europee nella Sala Tergeste. Pd e Anpi: «Innoportuno, quella è la piazza delle leggi razziali»
Lasorte Trieste 16/05/19 - Piazza Unità , Municipio, Sala Tergeste, Ex Sala Matrimoni
Lasorte Trieste 16/05/19 - Piazza Unità , Municipio, Sala Tergeste, Ex Sala Matrimoni

TRIESTE A Trieste CasaPound “sbarca” in municipio. L’occasione è fornita dalla campagna elettorale per le europee. La legge vuole infatti che gli spazi comunali siano a disposizione delle forze che ne facciano richiesta, in vista del 26 maggio. Fra queste c’è appunto anche il movimento neofascista, che domani pomeriggio terrà di conseguenza la propria conferenza stampa nella sala Tergeste al civico 4/D di piazza Unità d’Italia. Si tratta dell’ex sala matrimoni: il nome era stato cambiato da una mozione del centrodestra nel 2017, come protesta contro il fatto che, a partire da quel momento, le unioni civili si potessero celebrare lì.

Il sito del Comune spiega che, «ai sensi dell’articolo 19 della legge 515/1993», la sala Tergeste è a disposizione di «partiti o gruppi politici che partecipano alla competizione elettorale (per le europee del 26 maggio, ndr), per lo svolgimento di manifestazioni di propaganda elettorale». Per richiedere l’uso della sala, le forze politiche devono scaricare un apposito modulo, compilarlo e restituirlo via email all’ufficio comunale competente. Così ha fatto anche la sezione triestina di CasaPound che, una volta ottenuto lo spazio, ha dunque annunciato l’appuntamento elettorale sui propri canali social. Il capo di gabinetto del Comune, Vittorio Sgueglia Della Marra, conferma: «È tutto regolare». L’episodio colpisce perché, sebbene in un contesto diverso, richiama alla memoria le recenti polemiche legate alla presenza, annunciata e poi annullata, di una casa editrice vicina a CasaPound al Salone del libro di Torino. Un caso analogo a quello triestino si è inoltre registrato a Ravenna, nelle cui sale comunali ieri sera era in programma un comizio elettorale di Forza Nuova. Nella città romagnola ciò ha suscitato aspre polemiche.

Tornando in Fvg, la segretaria provinciale Pd Trieste, Laura Famulari, commenta: «Se hanno seguito l’iter non si può imputare niente a nessuno, formalmente è un loro diritto. Resta da chiedersi se sia opportuno che un partito dichiaratamente neofascista faccia propaganda elettorale nella stessa piazza da cui Mussolini annunciò le leggi razziali nel 1938». La considerazione di Famulari è sottoscritta dal presidente Anpi Trieste Fabio Vallon, che aggiunge: «Colpisce ancora di più se si pensa che la medesima piazza è stata negata per lo svolgimento del Fvg Pride». Per Giulio Lauri, presidente regionale Open Fvg, «la Repubblica vive in generale una contraddizione. È nata dalla Resistenza e sancisce l’antifascismo come valore fondante nella Costituzione. Al contempo si dà leggi che permettono a organizzazioni fasciste di partecipare alle elezioni». —


 

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