Trieste, l’ex Ospedale militare trova il potenziale gestore

Dopo due bandi andati deserti l’ateneo ci ha riprovato con una gara privata: arrivata un'offerta
Una suggestiva immagine dell'ex Ospedale militare
Una suggestiva immagine dell'ex Ospedale militare

TRIESTE “Non c’è due senza tre” recita un noto proverbio popolare. E, nel caso dell’ex Ospedale militare di Trieste, il tre potrebbe essere il numero fortunato, la cosiddetta “volta buona”. Questo, almeno, è quello che spera il rettore dell’ateneo giuliano Maurizio Fermeglia che, dopo due bandi pubblici andati desolatamente a vuoto, ha deciso di tentare la strada della trattativa privata per riuscire, finalmente, a dare ridare vita allo storico edificio di via Fabio Severo trasformandolo in un campus universitario a tutti gli effetti.

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«Dopo i primi due bandi andati deserti, la legge ci autorizza a passare alla trattativa privata e così abbiamo fatto - conferma il rettore di Piazzale Europa -. Abbiamo invitato alla gara oltre una decina tra aziende e onlus specializzate nel settore e che avrebbero potuto essere potenzialmente interessate a prendere in gestione il futuro campus».

Alla scadenza dei termini, lo scorso 17 agosto, è arrivata una risposta. Una sola. Quel che basta, però, per tenere viva la speranza di un happy ending per una vicenda che si trascina ormai oltre un anno. Lunghi mesi in cui lo splendido palazzo, ammirato da migliaia di triestini nelle giornate Fai, è rimasto tristemente vuoto, nonostante otto anni di lavori (il restauro, iniziato nel 2008, si è concluso tra mille difficoltà appena nel 2014, ndr) e i 16 milioni di euro spesi per la sua rinascita.

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«Al momento la trattativa privata è ancora in corso e pertanto non posso svelare nulla - precisa Fermeglia -. Ci sono molti aspetti ancora da definire, dalla durata della concessione ai tipi di servizio che il nuovo gestore dovrà offrire. Ad ogni modo sono ottimista e spero che presto potremo arrivare all’aggiudicazione definitiva».

Anche in questa terza fase, così com’era avvenuto per il secondo bando, l’Università ha rilanciato con un chip importante, mettendo sul piatto ben 2 milioni di euro ripartiti nei primi anni. Se i primi due tentativi sono andati a vuoto nonostante le iniziali manifestazioni di interesse (una nel primo caso, addirittura tre nel secondo, tutti tiratisi indietro al momento di formalizzare l’offerta), il cambio di strategia potrebbe portare i frutti sperati.

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Anche nel caso la trattativa andasse in porto e l’aggiudicazione diventasse definitiva, però, non è ancora chiaro quali potrebbero essere i tempi necessari per far decollare il nuovo campus: se già nel corso dell’anno accademico che si appresta a iniziare adesso oppure appena nel 2016-17. «Io non metto limiti alla provvidenza» chiosa Fermeglia, che preferisce non sbilanciarsi.

Il nuovo gestore dell’ex Ospedale militare dovrà farsi carico anche dell’arredo completo del comprensorio che conta 163 stanze con 239 posti letto, 172 posti auto, portineria, bar, biblioteche, sale di lettura, market, palestra, il tutto distribuito sui 2.162 metri della cosiddetta Casa del comandante e altri 14.276 del corpo centrale collegato. Dei 239 posti alloggio, 176 dovranno essere riservati agli studenti beneficiari delle agevolazioni dellArdiss (ex Erdisu) lasciando i rimanenti 63 ad affitto libero per studenti stranieri, ospiti Erasmus, ricercatori, ma anche docenti e borsisti.

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