Trieste, l’ex Obelisco si “mangia” una fetta di bosco

TRIESTE Sarà stata la musichetta natalizia che arrivava dalla piazza, ma il Consiglio comunale ieri sera ha fatto un bel regalo ai curatori fallimentari dell'ex hotel Obelisco. Un appezzamento da 8.500 metri quadrati edificabili in più nel bosco retrostante all'albergo. L'emendamento ha provocato crepe trasversali tra maggioranza e opposizione. I sostenitori della modifica rivendicano il maggiore potenziale attrattivo di un'area «già oggetto di ripetute aste deserte». I contrari puntano il dito contro «la violazione delle linee guida del piano, sia sul fronte dell'equità sia sul consumo del suolo».
Punto di partenza è l'osservazione dell'avvocato milanese Patrizia De Cesari, curatrice fallimentare dell'albergo, che chiedeva di poter intervenire sul parco circostante l'Obelisco al fine di «un intervento rispettoso delle necessarie condizioni operative ed ambientali» che faciliti l'arrivo di nuovi acquirenti. La controdeduzione degli uffici concedeva 1500 metri quadrati, già inclusi nel piano particolareggiato. I subemendamenti di Marco Toncelli (Pd) e Roberto Decarli (Trieste cambia), a cui si è aggiunto poi Franco Bandelli (Un'Altra Trieste), hanno però esteso l'area di ulteriori 7mila metri.
Partiamo dai contrari. Il forzista Piero Camber è sbottato: «Parliamo di oltre 8mila metri di verde sottratti alla città, così si rovina un piano regolatore. Anche perché il rischio è che il lotto aggiuntivo venga venduto separatamente, cementificando lo spazio e lasciando l'Obelisco così com'è». Non proprio entusiasta Stefano Patuanelli (M5S): «Una porcheria, la solita marchetta che porterà ulteriore cementificazione senza aiutare il turismo o il rilancio dell'area». Così Marino Sossi (Sel): «La maggioranza dovrebbe votare in armonia con gli uffici. Ma se è la maggioranza stessa, con l'approvazione dell'assessore, a cambiare indirizzo, non si capisce più niente. Vengono meno l'equità del piano, vista tutta la gente a cui abbiam detto di no, e pure le linee sul consumo del suolo. Se continua così non garantisco il voto finale». Su posizioni affini Daniela Gerin (Sel) e Andrea Brandolisio (Misto). Per Lorenzo Giorgi (Pdl) «restituiamo 15mila metri quadri di edificabilità alla città, ma metà vanno all'Obelisco. Noi finora avevamo votato a favore dei piccoli interventi dei singoli cittadini, mai per le speculazioni edilizie. Tutto quello che la giunta ci ha detto finora del piano è stato spazzato via».
Si spacca Fds. Per Marino Andolina si è trattato «di un caso di Robin Hood alla rovescia. Togliamo ai piccoli proprietari per dare una fetta enorme in regalo all'Obelisco». Per il presidente Iztok Furlanic invece le cose stanno così: «Sono ambientalista ma il degrado in cui versa l'Obelisco non è certo "ambiente". Non penso che ci sarà speculazione, l'ambiente è legato all'Obelisco, e l'estensione consentirà la vendita e la rinascita dell'area».
Orgogliosamente a favore Bandelli: «Finalmente diamo una risposta su un sito abbandonato da decenni. Grazie a Dio ora quell'area avrà uno scopo turistico. Non capisco i banchi del centrodestra, che si oppongono a un intervento del tipo che sosteniamo da sempre». Favorevole all'idea, anche se non con il voto, Paolo Rovis di Tp: «La maggioranza prenda atto che una misura del genere è il contrario di tutto quanto ci hanno detto finora». La proposta infine è stata accolta. Così un cittadino dal pubblico: «Da anni mi negano una piccola edificabilità. Francamente ora sono molto arrabbiato». Tra le altre osservazioni discusse due del Movimento Trieste contro gli interventi comunali in Porto vecchio e nuovo. Richieste cassate con l'astensione di Camber, per «carenza di documentazione». All'inizio di il consigliere Cesare Cetin (Trieste adesso) ha ricordato la figura del giornalista e professore Marino Lescovelli, scomparso di recente.
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