Trieste, l’ex Obelisco all’asta per tre milioni di euro

TRIESTE L’ex hotel Obelisco andrà all’asta al tribunale di Milano il prossimo 30 settembre. Nei giorni scorsi la magistratura lombarda ha finalmente stabilito una data per l’avvenimento che era atteso già per la primavera.
Il prezzo di partenza sarà di tre milioni di euro per tutto il compendio. Da quanto spiega l’avvocato Patrizia De Cesari, che assieme a Giorgio Canova e Andrea Zonca ha in mano il fallimento dell’ultimo proprietario Gladstone Spa, ci sono stati diversi interessamenti da parte di potenziali compratori italiani e stranieri.
Si tratta di una svolta potenziale per un’area conosciuta a tutti i triestini, vittima di un abbandono ormai pluriennale. L’antico hotel - le prime menzioni dell’edificio risalgono al 1780 - è tuttora inserito come area a destinazione turistica nel Piano regolatore cittadino, con possibilità di estensione della cubatura: il palazzo sorge infatti su un parco molto ampio, che dalla strada arriva praticamente fino al centro abitato di Opicina. Nella dolina alle spalle dell’edificio si trovano ancora oggi, sebbene in preda a un pesante degrado, le avveniristiche strutture in cemento realizzate dall’architetto Gae Aulenti per l’area sportiva dell'hotel.
Se un acquirente deciso a scommettere sull’hotel dovesse farsi vivo a Milano a fine settembre, l’Obelisco potrebbe tornare ad avere un ruolo chiave nell’offerta turistica cittadina. Spiega l’avvocato De Cesari: «Da tempo ricevo telefonate di persone che manifestano interesse. Di solito però chi chiama non è mai il diretto interessato, il più delle volte si tratta di investitori che preferiscono non comparire direttamente all’asta». L’avvocato non garantisce quindi, non può farlo, che le manifestazioni si concretizzeranno il giorno dell’asta: «Ma le richieste di informazioni non sono mancate sia dall’Italia che dall’estero».
Nei mesi scorsi l’assessore al Turismo del Comune di Trieste Edi Kraus aveva auspicato che si procedesse quanto prima all’asta con un prezzo di partenza abbordabile. Secondo l’assessore, l’Obelisco potrebbe tornare a fungere da cerniera fra città e Carso, dando accoglienza a chi raggiunge Trieste dall’alto e offrendo un turismo di ponte fra quello urbano e quello ciclistico-naturalistico. A queste funzioni il Comune aggiunge poi la possibilità di ospitare scienziati e ricercatori dei centri scientifici della Sissa e di Padriciano.
La storia dell’albergo è stata riscoperta di recente una tesi degli studenti della facoltà di Architettura Giulio Dagostini e Michele Parenzan. Chi non è più giovanissimo ricorderà che l’Obelisco, nella sua ultima incarnazione, chiuse nel 1985. Le sue vicende però iniziano molto tempo prima. Alla fine del Diciottesimo secolo, con l’inaugurazione della Strada commerciale, fu costruita la locanda sorta forse su un’osteria precedente.
La locanda faceva da prima tappa per chi percorreva la strada che univa il porto imperiale alla capitale degli Asburgo. È ai tempi della grande Trieste del Diciannovesimo secolo, nel 1873, che la vecchia locanda diventa il “Grand Hotel Hobelisque”: inizia così un periodo glorioso, durante il quale l’aria salubre dell’albergo sull’altipiano attirava la borghesia triestina per soggiorni di vacanza appena fuori città.
Il declino coincide con la Grande guerra e il passaggio di Trieste all’Italia. Durante il secondo conflitto mondale l'Obelisco diviene perfino un punto di resistenza dei nazisti nelle ultime fasi degli scontri che portano alla liberazione della città. L’hotel viene ristrutturato negli anni ’50 ma rimane una struttura obsoleta, poco più che una trattoria, fino al progetto di recupero del 1974, quando la Ras affida alla giovane architetto Gae Aulenti il compito di trasformare l’Obelisco in una moderna struttura ricettiva. La scommessa non riesce: i limiti storici dell’albergo, in primis il numero troppo limitato di stanze per gli ospiti, non consentono una gestione redditizia.
Passato di mano in mano, l’Obelisco chiude a metà degli anni Ottanta. Ora però il piano regolatore del Comune prevede la possibilità di porre rimedio ai difetti che pesarono sulle gestioni precedenti. Nelle mani di un acquirente l’hotel potrebbe riconquistare il suo antico ruolo.
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