Trieste, l’ex Croce rossa in via San Francesco diventa condominio

TRIESTE “In celeri auxilio salus”. Il motto è scolpito sopra l’ingresso del palazzo in via San Francesco 3, che dal 1899 al 1988 ospitò importanti servizi sanitari, dalla Guardia medica al Pronto soccorso fino alla Croce rossa. Motto coerente alla destinazione dello stabile.
«Sede della Poliambulanza e della Guardia medica edficata nell’anno MDCCCIC», premura di informarci ulteriormente una delle lapidi inserite nella facciata.
Adesso la campanelliera ospita 24 pulsanti, i 1333 metri quadrati su quattro piani hanno oblìato l’originaria destinazione e sono stati recentemente trasformati in un condominio, dopo un quarto di secolo all’insegna dell’abbandono. Lo stabile, progettato da Enrico Nordio in uno stile che richiama l’architettura civile toscana rinascimentale, è comunque ancora identificato come “ex Sanatorio”.
La Croce Rossa, proprietaria dello storico immobile, lo aveva messo all’asta nel gennaio del 2014 chiedendo circa 1,1 milioni di euro. La società edile Emme Quattro srl, domiciliata in via Santi Martiri, lo ha redento dal lungo degrado.

A seguire i lavori di riqualificazione residenziale, che sottendevano il rispetto dei vincoli imposti dalla Soprintendenza, l’architetto pordenonese Marco Fabbro, amministratore dell’impresa. Gli appartamenti ottenuti dalla ridefinizione dello stabile erano/sono sul mercato in una forbice di prezzo variabile tra i 180 mila e i 270 mila euro.
Nel recupero dell’edificio, a pochi passi da via Carducci, sono state salvaguardate anche le iscrizioni incise sopra le porte nel vano d’entrata, “infermieri di guardia” e “medico di ispezioni”.
Mantenuta anche la lapide che rimembra come nel 1932 Amedeo d’Aosta abbia assunto “l’alto patronato dell’istituzione”: allora il duca risiedeva a Miramare e comandava il 4° Stormo a Gorizia. Esattamente dieci anni dopo, Amedeo sarebbe spirato in un campo inglese in Kenia, dove era prigioniero dopo la resa dell’Amba Alagi.
Tre stele elencano istituzioni, enti, personalità che aiutarono Guardia medica e Croce rossa, rubricati nella pietra in qualità di “protettori”. Una vera e propria antologia di storia sociale ed economica triestina, a cavallo tra gli ultimi fasti asburgici e il riassetto in tricolore.
Si comincia dal Comune e dalla Cassa di risparmio, avanti poi con le grandi compagnie assicurative come le Generali e la Ras, con le Cooperative Operaie, con la Banca commerciale triestina, con la Federazione fascista dei commercianti, con le società armatoriali, con le associazioni impiegatizie. A terminare con “Il Piccolo”, una sorta di media partner ante litteram.
Dirimpetto ai brand, ecco riportati donne e uomini che credevano “in celeri auxilio salus”, nomi di spicco nel milieu d’epoca: Luzzatto, Vivante, Morpurgo, Segrè, Salem, Slocovich, Sartorio, Brunner, Rittmeyer, de Frigessy, Economo, Ara, Tripcovich, Modiano, Cosulich, Janesich, Ralli... E anche esponenti del mondo culturale, come Silvio Benco.
Le foto d’epoca riprendono le ambulanze posteggiate sotto il palazzo, dove oggi, se tutto va bene, si riesce a parcheggiare uno scooter.
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