Trieste, l’Europa taglia i dazi e salva la Sertubi
TRIESTE Salvezza in vista per la Sertubi che dopo il drammatico ridimensionamento di qualche anno fa rischiava di sparire o comunque di veder ulteriormente ridotta la propria forza lavoro che oggi si attesta su 77 dipendenti.
La Commissione europea infatti ha preso ieri una decisione definitiva sui dazi antidumping che erano stati imposti lo scorso settembre nella misura del 31,2%, eliminando completamente quelli sui tubi di ghisa semilavorati e tagliando fino al 14,1% quelli sui prodotti finiti cioé sui tubi già rivestiti in India. Ora l’azienda verrà anche risarcita di quanto versato in più in questi mesi.
La decisione dovrebbe permettere a Jindal Saw Italia, la società indiana che ha in affitto il ramo d’azienda da Duferco di conservare l’insediamento triestino che da centro di produzione è stato appunto trasformato in sede per la rifinitura e la distribuzione in Europa dei tubi indiani.
La decisione della Commissione europea segue di un paio di giorni soltanto la risposta all’interrogazione sull’argomento avanzata dall’europarlamentare del Pd Isabella De Monte data dal commissario europeo per il Commercio Cecilia Malmstrom la quale aveva annunciato un supplemento d’indagine per valutare anche gli interessi degli utilizzatori relativamente a possibili aumenti dei prezzi.
Dichiarazione che aveva aperto uno spiraglio di speranza soprattutto tra gli stessi dipendenti. E la decisione presa ieri con un taglio dei dazi anche superiore a quanto si poteva ipotizzare autorizza all’ottimismo sulla sopravvivenza dell’azienda a pieno organico, anche se non si è registrata alcuna reazione immediata da parte della proprietà.
Di netta soddisfazione il commento fatto ieri dalla stessa De Monte che ha sottolineato che «è un risultato soddisfacente e una buona notizia, soprattutto per i lavoratori, considerando che riduzioni così drastiche dei dazi, o addirittura la loro totale cancellazione, non sono affatto scontate.
L’Ue - spiega l’europarlamentare Pd - tende infatti in linea generale a proteggere con tutti gli strumenti a sua disposizione le produzioni europee dalla concorrenza di Paesi terzi, come l’India o la Cina.
Ma in questo caso – continua – come ribadito chiaramente anche nella mia interrogazione, siamo davanti a uno stabilimento che, pur utilizzando semilavorati di origine extraeuropea, apporta un importante valore aggiunto nella produzione, e lo fa in Europa, a Trieste».
Soddisfatto anche Michele Pepe, rappresentante di fabbrica per Fim-Cisl: «In questo modo - spiega - le vendite potrebbero passare dalle 15mila tonnellate dell’anno scorso a 26-28mila, magari con una crescita dell’organico. L’unico rammarico è che la stessa Ue ha azzerato tutti i dazi a Elecrosteel, azienda concorrente alla nostra e non capiamo il perché». De Monte sarà comunque oggi alla Sertubi per riferire al direttore Massimo Iuvara alla presenza dello stesso Pepe e del collega Maurizio Granieri.
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