Trieste, l’esodo da Cattinara: 200 posti letto in centro
TRIESTE. Al quartier generale, dove si decidono le cose importanti, non sanno ancora bene come fare. «Con un po’ di fantasia – riflette un funzionario – forse è possibile immaginare cosa potrà significare, per questa città, spostare duecento letti e duecento ammalati da un ospedale all’altro...».
Cattinara, stavolta si fa sul serio. La mega ristrutturazione delle due torri non è più un miraggio, né solo un progetto sulla carta. È realtà. Talmente realtà che i vertici aziendali stanno già studiando un piano strategico per il trasloco dei pazienti. Perché, è chiaro, non si possono aprire cantieri con la gente dentro. Malta, calcestruzzo e trapani poco c’azzeccano con flebo, cateteri e siringhe. Dunque si comincia.
C’è una data, o almeno un tempo limite: entro la fine del 2016, quindi nel giro di un anno e mezzo, dovranno iniziare i lavori all’ospedale. Assegnato l’appalto, per partire, sarà necessario sgomberare subito cinque piani. Si partirà il prossimo anno con quelli superiori della Torre medica, le Mediche in sostanza. E poi si procederà, man mano che si continua con gli interventi edili, con altri cinque piani. Cinque alla volta. Funziona così: quattro saranno sottoposti a ristrutturazione, uno farà da “intercapedine” per i rumori. L’esodo toccherà grosso modo tra i 150 e i 200 letti.
I pazienti, i medici e gli infermieri saranno spostati in parte al Maggiore e in parte nella palazzina del Centro tumori di via Pietà, al momento in stato di abbandono e per la quale è già prevista una ristrutturazione con uno stanziamento complessivo di 4,5 milioni di euro. «Lo spostamento richiederà un’organizzazione logistica notevole su cui stiamo ragionando», anticipa il commissario straordinario dell’Azienda per l'Assistenza Sanitaria n.1 Triestina e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti di Trieste, Nicola Delli Quadri.
Il manager ha convocato una conferenza stampa per fare il punto su riforma, investimenti e progetti, criticità e risultati ottenuti. Una delle sfide, per lui e il suo staff che ieri lo affiancava all’incontro, è proprio la riqualificazione del nosocomio. Non ci sono riposte, al momento, su come si realizzerà effettivamente il passaggio da una parte all’altra. Non sarà semplice tra degenti, attrezzatura e materiale sanitario. I ricoveri nei reparti interessati dal trasloco, da quanto si sa, da un certo punto in poi si faranno non più a Cattinara ma al Maggiore. E poi nella palazzina di via Pietà, quando sarà pronta.
L’attuale dirigenza si trova così alle prese con uno degli interventi più delicati e attesi. Proprio nel mezzo della riforma, con la riduzione dei posti letto (3,7 ogni mille abitanti l’assetto indicato dai decreti governativi) per favorire le cure nei distretti e a domicilio più che in corsia, così come previsto dalla norma regionale. E, per quanto riguarda gli standard ospedalieri, l’organizzazione della rete sanitaria in base al modello “hub and spoke”, per il coordinamento e l’integrazione tra strutture.
«Il contesto in cui ci stiamo muovendo – ha osservato Delli Quadri – è questo. La riforma soprattutto: la continuità assistenziale ospedale-territorio. Il mio commissariamento, che prelude all’azienda unica, sta portando già risultati nelle collaborazioni tra le aziende». E, ha puntualizzato, quasi a mettere a tacere le polemiche di questi giorni sulla soppressione di alcuni primariati, «non ci sarà alcuna riduzione dell’offerta, né nell’area delle urgenze, né nelle medicine e tantomeno nella chirurgica».
Dalla riorganizzazione nella degenza chirurgica, inoltre, i vertici contano di attivare anche una sala operatoria in più a Cattinara. Il risultato è stimato in circa 600 interventi l’anno, in modo da ridurre i tempi di attesa nelle patologie dove sono state dimostrati maggiori colli di bottiglia. Sul fronte strutturale il commissario ha anche ricordato il completamento della sostituzione degli infissi in entrambe le torri, un annoso problema che ora pare in via di soluzione definitiva.
Delli Quadri si è soffermato anche su quanto è in ballo al Dipartimento di prevenzione, con l’avvio di un’indagine a Servola per sondare la percezione dello stato di salute tra chi vive nelle vicinanze della Ferriera; e, al Dipartimento delle dipendenze, il progetto di inserimento lavorativo a favore delle persone con disagio, in collaborazione con Regione, Provincia, Comune, Hera-Acegas e terzo settore.
Tra gli altri interventi, ma sul versante ospedaliero, il dirigente annovera il potenziamento dell’attività del Complesso operatorio, l’inserimento di un coordinatore dedicato alle problematiche delle lesioni da decubito e di personale Oss nei turni notturni nelle degenze. Tutto ciò, ha voluto sottolineare ancora Delli Quadri, a fronte di in una progressiva diminuzione nelle medie dei “fuori reparto” nelle medicine: 18 a maggio 2014, 4 attualmente.
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