Trieste, l’eredità Ezit passa a Regione e Comuni
La Giunta regionale presenta un inatteso emendamento alla Legge di stabilità, un emendamento che mette fine alla storia ultrasessantennale dell’Ezit, rivendendo e ripartendo le competenze finora in capo al liquidando ente industriale triestino. Infatti una raffica di commi, inseriti nell’articolo 2 della finanziaria regionale, ridetermina i soggetti che subentrano alle funzioni esercitate dal defunto Ezit, abbattuto da una cartella esattoriale Equitalia da oltre 8 milioni di euro.
Le competenze di carattere urbanistico e autorizzativo, in attesa della creazione dell’Uti (Unione territoriale intercomunale) giuliana, saranno svolte dai Comuni di Trieste, Muggia, San Dorligo. Alle tre amministrazioni municipali vengono attribuiti i beni «rispettivamente insistenti sui territori dei citati Comuni che residuino alla procedura di liquidazione». Invece le attività relative alla riqualificazione del Sin (Sito di interesse nazionale) e al marketing territoriale previsto dalle norme di Rilancimpresa sono assorbite dalla stessa Regione Fvg. Il personale dell’Ezit è trasferito al Comune di Trieste, eccezion fatta per quello preposto alle attività legate al Sin e a Rilancimpresa. Per permettere la sopravvivenza finanziaria dell’ex Ezit, bloccato dagli effetti della mazzata di Equitalia, la Regione Fvg stanzia un’anticipo di un milione 875 mila euro finalizzato a limitare «l’esposizione derivante da obbligazioni fiscali e tributarie nonchè per far fronte all’indebitamento derivante dalla procedura esecutiva».
Questo, a grandi linee, il provvedimento che è stato votato ieri sera dal Consiglio regionale con un’ampia maggioranza favorevole: 37 i sì, 7 gli astenuti, nessun voto contrario. Gli astenuti sono i rappresentanti di M5se due consiglieri del gruppo misto. Anche Forza Italia, Ncd e Autonomia responsabile hanno appoggiato l’emendamento, che contiene norme a supporto dei Consorzi industriali friulani. Non ha partecipato alla votazione il forzista Marini, che ha contestato, sotto il profilo del metodo, il “blitz” della Giunta regionale e che avrebbe auspicato un approccio più meditato al tema. Assente l’ex sindaco Roberto Dipiazza. A illustrare all’Aula caratteristiche e portata dell’operazione è stato il vicepresidente e assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello. Nel corso del breve dibattito, oltre a Marini, sono intervenuti Edera (Cittadini) e Uckmar (Pd). Il sindaco Cosolini ha accolto con favore il riassetto della zona industriale.
Dopo la nomina del commissario liquidatore Paolo Marchesi deliberata dalla Giunta regionale lo scorso 13 novembre, l’emendamento di ieri completa il quadro riorganizzativo con il quale l’esecutivo di Debora Serracchiani ha ritenuto di sanare la drammatica situazione in cui versava l’Ezit. Situazione che aveva portato il 5 novembre alle dimissioni degli amministratori dell’ente, presieduti da Stefano Zuban. L’impianto finanziario dell’organismo, creato dal Gma nel 1953, aveva scricchiolato sotto i colpi di una vicenda tributaria vecchia di oltre trent’anni, originata ancora negli anni ’80: l’Amministrazione finanziaria aveva contestato il mancato pagamento delle tasse sulle plusvalenze generate dalla compravendita di immobili. Ezit si era opposto al pagamento, anche in sede giudiziale. La Cassazione aveva rimandato il dossier alla Commissione tributaria, le parti non avevano riassunto la causa, fino a quando l’Agenzia delle Entrate non ha passato la mano a Equitalia. Una tempesta di pignoramenti, per un valore di oltre 20 milioni, si era abbattuta sull’ente, impossibilitato a muoversi in quanto ogni sua entrata veniva intercettata dall’agente esattore. Fino alla decisione liquidatoria presa dalla Regione, “controllore” istituzionale dell’Ezit.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo