Trieste, le vie dello spaccio della droga
TRIESTE Trieste precipita nell’incubo della droga. Ancora. E più di prima. La lunga catena di arresti, denunce e sequestri di queste settimane sta scoperchiando una sorprendente rete di pusher.
Pesci piccoli e grossi che si scambiano la “roba” in pieno giorno, di sera e di notte. In strada, tra i passanti. O nelle vicinanze di molte scuole superiori: il giro coinvolge pure studenti, come venuto a galla negli accertamenti dei carabinieri contattati dagli stessi presidi.
Le manette scattate ai polsi di italiani, afgani, pakistani, albanesi, nigeriani, domenicani e colombiani permettono ora di tratteggiare una sorta di “mappa” dello spaccio locale. Che va da piazza Libertà al Silos e via Ghega.
Continua sulle Rive, in Molo Audace, e in piazza Hortis. Ma anche in piazza Oberdan, nel Giardino pubblico di via Giulia e nelle viuzze del popolare rione di Barriera, fino a piazza Foraggi. Mezza città. Agenti e investigatori, nelle inchieste disposte dalla Procura e nei controlli sul territorio sollecitati dalla Prefettura, si trovano spesso davanti a giovani. Talvolta adolescenti: è il mercato dello sballo e del disagio che frutta palate di quattrini.
Incrociando i report delle operazioni dei Carabinieri e della Polizia emerge proprio questo: un’impennata del fenomeno. Tra arresti in flagranza e su ordine dell’autorità giudiziaria, deferimenti in stato di libertà, segnalazioni alla Prefettura per “assunzione” e, ancora, persone sorprese a guidare sotto l’effetto di sostanze, nel 2016 sono finite nei guai 99 persone.
Nel corso di quest’anno, al 31 agosto, siamo già saliti a 191. Limitandoci ai soli arresti messi a segno grazie all’attività di vigilanza in borghese e su precise direttive della Procura, al momento siamo a quota 40. Una media di 5 al mese.
Il doppio del 2016. Per inciso, di quei 40 appena 11 sono stranieri. I “registi”, cioè chi tiene le fila, sono italiani. Anche i denunciati a piede libero sono soprattutto connazionali: 56 fermati su 62 fermati. Tra loro anche dieci minori, tutti triestini.
La penetrazione è capillare. Gli agenti della Squadra mobile e gli uomini dell’Arma sequestrano hashish, marijuana, cocaina, eroina, pasticche di ecstasy e funghi allucinogeni. Ma anche anfetamine e flaconi di metadone.
Tirando le somme, in questa prima parte dell’anno i Carabinieri hanno pizzicato nelle tasche e nelle abitazioni dei pusher 7.500 euro in contanti. E altri 25.000 falsi in banconote da 500. Determinante il blitz di fine maggio con una cinquantina di militari e una decina di mezzi: dietro le sbarre erano finiti in dieci, di cui sette triestini.
Una vera e propria associazione a delinquere sgominata dopo mesi e mesi di inchieste: le sostanze venivano portate dal Nord Italia per foraggiare la piazza locale. Nella stessa operazione era stata individuata una ventina di ragazzi triestini, spacciatori e consumatori.
I pesci piccoli. Impressionante la quantità di stupefacente rinvenuto negli appartamenti dei criminali: 60 chili in tutto, per un valore di mezzo milione di euro, insieme a pistole e soldi contraffatti.
Il resto è cronaca quotidiana. Quest’anno l’attività della sola Squadra mobile ha permesso di identificare 47 pusher, in questo caso prevalentemente stranieri. Nel mirino soprattutto piazza Libertà, zona in mano ai profughi.
L’episodio di inizio agosto è da manuale: l’arresto in piazza di un pachistano, trovato in possesso di un panetto di 100 grammi di hashish, nonché di 10 grammi di marijuana avvolti in due involucri di cellophane nascosti in uno zaino, ha consentito di allargare le maglie delle indagini.
Il giovane si muoveva con fare sospetto tra le panchine dei giardini davanti alla Stazione. È stato sufficiente osservarlo e seguirlo. Prendendo lui la Polizia ha catturato un connazionale ospite di una struttura di accoglienza che aveva organizzato il trasporto di circa 100 grammi di roba.
Niente di troppo diverso da quanto accaduto qualche giorno fa, quando gli agenti hanno preso un afgano che aveva commissionato l’arrivo da Milano di un chilo e mezzo di hashish. Gli accertamenti della Procura si sono serviti di intercettazioni e pedinamenti.
In manette, questa settimana, pure un trentunenne di origini palermitane che gestiva un fiorente smercio di sostanze, compresa cocaina ed ecstasy. L’uomo si approvvigionava da un venticinquenne albanese, ai domiciliari da ieri. I due si incontravano nei pressi di un bar di piazza Foraggi. Si scambiavano la roba con un trolley. Filoni investigativi che spuntano di continuo. Ma finora sarebbe emersa solo la punta dell’iceberg.
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