Trieste, le mire francesi di Allianz. Generali: resta strategica
TRIESTE. Mentre impazza il risiko francese sul capitalismo Made in Italy, il colosso tedesco Allianz sarebbe interessato alle attività francesi di Generali. L’indiscrezione, rilanciata dall’agenzia Bloomberg, infiamma i mercati con il titolo del Leone che schizza del 5% di prima mattina. Si parla persino di colloqui già in atto fra Monaco e Trieste.
Da Generali arriva un “no comment” mentre fonti vicine al gruppo triestino precisano che le attività in Francia restano strategiche e non rientrano nel piano di cessioni del gruppo annunciato da Philippe Donnet nell’ultimo Investor Day che riguardano 14-15 mercati non profittevoli (previste cessioni per 1 miliardo): «La Francia è uno dei pilastri del nostro business assieme a Italia e Germania. Non intendiamo certo lasciare il Paese», aveva scandito a Londra il Ceo.
Allianz, riporta Bloomberg, si limita a uno stringato no comment ma è evidente che il colosso assicurativo si sta guardando in giro: di recente l’ad Oliver Baete ha detto che Monaco sarebbe pronto a considerare eventuali acquisizioni in Europa. Pronti all’uso ci sarebbero 2,5-3 miliardi che, come ha detto nel luglio scorso a un quotidiano tedesco il direttore finanziario Dieter Wemmer, dovrebbero servire a rafforzare la presenza in Spagna e, appunto, Francia.
I rumors sul filo Trieste-Monaco riaccendono scenari speculativi. Secondo gli analisti di Equita l’ipotetica uscita di Generali dalla Francia ravviverebbe le ricostruzioni su una possibile nuova liason dangereus fra il Leone e Axa perchè di fatto rimuoverebbe un potenziale ostacolo Antitrust in Francia.
Ma Donnet, ex top manager di Axa, ha smentito di recente ipotesi di fusione e lo stesso ha fatto il Ceo del gruppo francese Thomas Buberl.
Gli analisti di fatto restano cauti mentre a fine giornata il titolo Generali ridimensiona i guadagni (+1,6% a 14,4 euro) piazzando un +22% nel mese. Ancora Equita giudica “possibile” la cessione della Francia ma improbabile una combinazione fra Trieste e Axa «per le conseguenze politiche di un accordo».
Una operazione di questo tipo andrebbe a toccare peraltro corde sensibili in un periodo di grande shopping dei francesi in Italia: dalla vendita della corazzata degli investimenti Pioneer ad Amundi fino all’avanzata della Vivendi di Vincent Bollorè in Mediaset che ha provocato una levata di scudi del governo.
Le Generali, di fatto, unica grande realtà finanziaria del Paese, restano al centro del grande domino soprattutto nell’ipotesi che, dopo anni di calma piatta, si riaccendesse la sfida fra i big delle polizze nell’Europa della Brexit in uno scenario di difficoltà per le assicurazioni fra tassi a zero e competizione sui prezzi.
Di questo restano avvertiti anche i grandi soci industriali del Leone che non gradirebbero per questo un piano di dismissioni troppo “aggressivo” rafforzando la supremazia tedesca. La Francia oggi incide per il 16% sulla raccolta complettiva del gruppo con un risultato operativo che pesa per il 12% del totale: è il terzo più grande mercato dopo Italia e Germania e vale premi per 11 miliardi.
Anche se qualche analista ha notato che in novembre a Londra la presentazione dei vertici si è focalizzata su Italia e Germania tralasciando la Francia, l’ipotesi di un uscita dal Paese lascia perplessi gli analisti. Mediobanca sottolinea che «Generali è un top player in Francia. Inoltre per Allianz ci potrebbero essere problemi di Antitrust».
Oggi si parla di ombre francesi sul Leone ma alla fine degli anni Novanta furono le Generali presiedute dal francese Antoine Bernheim a lanciare il guanto di sfida sulla compagnia francese Agf. Con l’ad triestino Gianfranco Gutty in cabina di regia lanciarono un’Opa da 16 miliardi. La disfida si concluse con una spartizione fra Trieste e Monaco: Allianz si tenne Agf, il Leone si “mangiò” la tedesca Amb. A fine giornata il titolo Generali ha chiuso in progresso dell'1,6% a 14,4 euro.
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