Trieste, le maestre protestano ma l’aula le gela
Prima in piazza, poi dentro il palazzo la protesta di oltre cinquanta maestre dei nidi e delle scuole d’infanzia chiamate da quest’anno a prestare la propria opera anche nei centri estivi durante i mesi di luglio e agosto. Del loro malcontento innescato anche dal ritardo con cui la comunicazione è stata data dall’amministrazione, appena il 22 maggio mentre molte avevano già programmato ferie e pianificato questioni di assistenza all’interno delle proprie famiglie, si è fatta interprete l’opposizione di centrodestra in Consiglio comunale che però non è riuscita a far passare una mozione che chiedeva il ripristino dei centri estivi con l’utilizzo solo di personale esterno, come avveniva negli anni scorsi. La mozione è stata bocciata con 26 voti contrari da parte di tutto il centrosinistra tranne Marino Sossi di Sel che si è astenuto, mentre ha ottenuto 13 voti favorevoli da parte del centrodestra. I suoi firmatari erano Everest Bertoli, Claudio Giacomelli, Manuela Declich e Paolo Rovis del Pdl, Michele Lobianco di Fli, Carlo Grilli e Roberto Antonione del Gruppo misto, Alfredo Cannataro della Lista Dipiazza, Roberto De Gioia della Lega Nord e Alessia Rosolen di Un’altra Trieste. Nella mozione si impegnava la giunta anche su altri tre punti: «intraprendere con le organizzazioni sindacali e i lavoratori, fin d’ora, una riorganizzazione dei servizi dell’intero ente in linea con i principi di revisione di spesa; ripristinare i diritti contrattuali dei lavoratori in materia di programmazione delle ferie; rispettare la normativa statale delle scuole paritarie comunali e i relativi profili professionali delle insegnanti di scuola dell’infanzia».
Un “balletto” di due ore con richieste e controrichieste di urgenza o meno, d’inversione o meno dell’ordine del giorno, di riunioni dei capigruppo e della maggioranza, di sospensioni d’altro tipo ha fatto slittare la discussione in serata dando un esempio poco confortante sull’efficacia e la celerità con cui opera il Consiglio comunale. Alla fine Everest Bertoli, capogruppo Pdl, ha illustrato la mozione: «Perché non comunicare per tempo la decisione alla maestre? Il risparmio è di soli 150mila euro e alcune nuove sedi previste non sono attrezzabili». Applausi delle maestre. Poi l’assessore all’Educazione Antonella Grim ha difeso la decisione della giunta: «Abbiamo inviato una bozza della delibera agli interessati già il 2 maggio, abbiamo fatto due incontri con i sindacati, le insegnanti sono state invitate ad accordarsi per i turni, ma è stata chiesta la loro preferenza per turni e sedi. Le ferie saranno concesse compatibilmente con i turni di servizio». Il centrodestra ha ampliato il discorso sparando sulla giunta. Michele Lobianco: «È il fallimento del sistema di gestione delle risorse umane, tenuto nei cassetti perché c’erano le elezioni regionali». Piero Camber: «Le ferie si pianificano tre mesi prima, oggi le maestre ricevono in pugno in faccia». Carlo Grilli: «Siete i generali di un esercito che non avete più». Marino Andolina (Rifondazione) ha riconosciuto «un difetto di comunicazione di cui dobbiamo scusarci, ma interrompere la procedura metterebbe ora in crisi centinaia di famiglie». E Marino Sossi (Sel) ha concluso: «Il provvedimento andava ritirato, era d’obbligo trovare punto di condivisione. Mi asterrò perché il dialogo va recuperato». È poi partito un animato dibattito sulla gestione dei rifiuti e la Tares con uno scherzo polemico dell’opposizione.
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