Trieste, le famiglie di via dell’Agro ostaggio dei ratti

Abitanti esasperati dall’invasione di topi. Le tane in un vecchio rudere. Parte la raccolta di firme. Disagi bis in via Settefontane
Silvano Trieste 04/11/2017 Via dell'Agro
Silvano Trieste 04/11/2017 Via dell'Agro

TRIESTE Hanno finito la pazienza, in via dell’Agro. Si può capire: vivere davanti a un rudere, davanti a una specie di catapecchia degna dei film horror, non è piacevole. Tanto più se in quella catapecchia dimorano decine di topi. Grossi e affamati, che all’imbrunire sbucano qua e là scorrazzando sui marciapiedi, tra le macchine parcheggiate, tra le gambe dei passanti e sui muri degli edifici circostanti. Chi abita ai primi piani se li è trovati anche in salotto, la scorsa estate.

Via dell’Agro è sempre peggio. Le pantigane sono ormai una vera e propria emergenza. La strada, le viuzze attorno, ne sono invase. «È un disastro e nessuno fa nulla», protesta un papà di famiglia che abita in una delle abitazioni accanto, mentre apre il portone.

Di quel gruppetto di vecchi edifici fatiscenti divorati dalla vegetazione, che si reggono in piedi per miracolo e che appartengono alla Trieste che fu, si parla da anni. Forse addirittura decenni. Ma nessuna amministrazione comunale è mai riuscita a trovare una soluzione: hanno transennato l’area, perché le pareti e il tetto sono visibilmente pericolanti e in svariati punti crollano, ma senza mai risolvere il problema una volta per tutte. Le case sono private e pare che sia difficile rintracciare il proprietario (se mai esista ancora) che vive (o viveva) all’estero. Secondo altre versioni, di mezzo ci sarebbero dei problemi tra i legittimi eredi che non si sarebbero mai messi d’accordo sul destino di quell’area.

L’anno scorso se ne era occupata pure una Commissione consiliare, la Sesta, con un sopralluogo sul posto; ma nulla è cambiato. E al degrado ora si è aggiunto il problema dei ratti, probabilmente attratti anche dal cibo che le gattare portano alle colonie di felini. Ma i topi, qui, sono grossi come gatti. Tanto qualcuno, ironizzando, sostiene che ormai si fa fatica a distinguere gli uni dagli altri.

Basta appostarsi in strada, verso sera, per assistere al curioso via vai di pantigane che va in scena quotidianamente. «Escono dal rudere in gruppi di cinque, sei o più - racconta un residente - corrono da tutte le parti. La zona è invasa, non ne possiamo più».

Alcuni cittadini si sono pure organizzati con una petizione da sottoporre alla giunta Dipiazza e all’Azienda sanitaria. Perché al degrado si aggiunge, inevitabilmente, anche la questione igienica. Vivere con i topi come dirimpettai non è di certo piacevole né salutare.

Alcuni esemplari, saltellando allegramente da una sponda all’altra della viuzza, finiscono per essere investiti dalle automobili. Morti stecchiti in mezzo alla strada. Nessuno poi si preoccupa di asportali e diventano parte integrante dell’asfalto. Non è una bella immagine. Ma è lo spettacolo a cui sono costretti ogni giorno gli abitanti di via dell’Agro.

Ma la catapecchia è sempre lì, come una sorta di casa dei fantasmi. Un tempo alloggio per i senzatetto e i tossicodipendenti di passaggio, ora dimora fissa per ratti e gatti. Ma il fatto è che quel relitto restringe anche la carreggiata, ostacolando il passaggio dei veicoli. I mezzi di soccorso fanno fatica a transitare.

Via dell’Agro non è la sola a dover convivere con i roditori. Ne sanno qualcosa a pochi isolati oltre, in via Settefontane. La strada, pure quella, è spesso invasa dai fastidiosi animaletti. Giovedì scorso, al bar Guagua, si sono trovati i topi anche tra i tavolini fuori. I residenti e i commercianti chiedono l’intervento immediato del Comune e dell’Azienda sanitaria.

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