Trieste, le bici abbandonate finiscono all’asta

Prende piede nel capoluogo l’opzione già adottata da altri Comuni anche per liberare il deposito della polizia locale, ora invaso di due ruote sequestrate
Il deposito della Polizia locale invaso dalle decine di biciclette abbandonate dai rispettivi padroni in giro per la città e poi sequestrate dagli agenti del Corpo municipale
Il deposito della Polizia locale invaso dalle decine di biciclette abbandonate dai rispettivi padroni in giro per la città e poi sequestrate dagli agenti del Corpo municipale

TRIESTE Avviare un’asta di beneficenza per smaltire le centinaia di biciclette che si trovano nel deposito della Polizia Locale di viale Miramare, sequestrate o recuperate perché abbandonate su spazi comunali nei mesi e negli anni scorsi. È la proposta che sta prendendo piede negli ambienti del Municipio sulla falsariga di quanto accade già da tempo in molte altre realtà, a partire dalla vicina Monfalcone.



Ad avanzarla per primi i due esponenti della maggioranza Michele Babuder e Alberto Polacco, entrambi consiglieri comunali di Forza Italia, che hanno scritto un’interrogazione pronta ad essere presentata in questi giorni, rivolta in particolare all’assessore comunale alla Polizia Locale Paolo Polidori. Una richiesta nata dalla volontà di riutilizzare tanti mezzi ancora in buono stato e allo stesso tempo permettere a tante persone di poter acquistare una bici senza spendere troppo. Ma secondo l’idea lanciata dai due eletti del centrodestra, anche quelle danneggiate o con qualche intervento necessario potrebbero tornare a nuova vita, utili magari a chi ama risistemarle o per chi punta sui pezzi di ricambio.



«Va premesso innanzitutto - ricorda Babuder - che il Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Trieste (art. 6) prevede il “Divieto di abbandono e divieto di aggancio dei velocipedi a manufatti stradali” e, conseguentemente, disciplina la rimozione coattiva dei mezzi e la successiva eventuale cessione a terzi qualora gli stessi siano ancora idonei alla circolazione e non siano stati restituiti al legittimo proprietario una volta scaduti i termini per la custodia. Verificato che, all’interno del deposito della Polizia Locale di viale Miramare, sono tantissime le biciclette rimosse e custodite in ragione di quanto disposto dal Regolamento, ritenuto opportuno adoperarsi per incentivare un utilizzo dei mezzi sopra indicati e soprattutto di offrire un mezzo a basso costo anche a chi non può permettersi l’acquisto di uno nuovo, si interroga l’assessore competente per conoscere quante sono le bici rimosse dall’entrata in vigore del summenzionato Regolamento e attualmente custodite presso i depositi comunali.

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E quanti sono i mezzi che, in ragione del tempo trascorso, potrebbero essere ceduti a terzi. A tal proposito - precisa - si propone di organizzare, con un’asta pubblica o altre modalità semplificate, la cessione dei mezzi ancora idonei alla circolazione, anche se con interventi di riparazione, per consentire di liberare gli spazi comunali di deposito, favorire la disponibilità di una bicicletta, destinando gli introiti corrisposti a fini sociali».

E l’asta potrebbe dare un supporto anche ai tanti triestini che in questo momento stanno riscoprendo il piacere delle pedalate. «L’attuale situazione connessa alle misure adottate per il contrasto e il contenimento della diffusione del coronavirus Covid-19, tra l’altro - aggiunge Babuder - incide sulle modalità di spostamento in ambito urbano, limitando la capienza del trasporto pubblico. È auspicabile l’incentivazione di spostamenti anche mediante l’utilizzo delle biciclette, in tante città italiane le amministrazioni comunali si stanno adoperando in tal senso, anche perché è plausibile realizzare piste ciclabili mediante sola segnaletica orizzontale. E in questi giorni - conclude il forzista - moltissimi concittadini hanno prediletto l’utilizzo delle bici per muoversi in città e verso il lungomare di Barcola, dimostrando un generale apprezzamento per la possibilità di tali spostamenti, a maggior ragione in un contesto di forti e pesanti limitazioni». —

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