Trieste. L'Azienda sanitaria cancella la Hack dalla campagna antinfluenza
La scienziata era stata scelta per apparire come testimonial della nuova campagna vaccinazioni. Ma è arrivato lo stop "politico"
L’influenza è di destra oppure di sinistra? E nel caso: finiana o forzista, berlusconiana, bandelliana? Oppure comunista, riformista, da lista civica? È credente, oppure laica? In altra misura, è del sindaco oppure del consiglio comunale? O di qualche singolo consigliere? Nel gorgo del dubbio, ha fatto il classico passo indietro, portata per mano da una spaventata Azienda sanitaria.
Dopo che in consiglio comunale l’idea di assegnare la civica benemerenza a Margherita Hack ha creato tali turbolenze da rovesciare consolidati schemi e rituali politici, dopo che il sindaco per spegnere la gazzarra ha fatto propria la mozione del «cittadino» di opposizione Roberto Decarli, mentre mezzo centrodestra accusava la scienziata di ateismo e/o di ideologia di sinistra, e l’altra metà accusava invece non la Hack, ma il sindaco di aver accolto testi proposti dall’opposizione, l’effetto si espande in maniera inconsueta. Arriva dunque fino all’Azienda sanitaria, che - appreso l’evento accaduto in aula - ne resta profondamente turbata e in qualche modo, senza sollecitazione di alcuno (così si assicura), praticamente si autocensura.
Margherita Hack era già praticamente «stampata» per apparire come testimonial della nuova campagna per il vaccino antinfluenzale. L’Azienda sanitaria le aveva chiesto di fare un po’ di propaganda, era sembrata la persona giusta. E, sempre disponibile, la scienziata aveva accettato di metterci la faccia, come si dice, per convincere i triestini che vaccinarsi è meglio, specie a una certa età.
Ma, sulla soglia della tipografia, è arrivato l’ordine di fermare le macchine. La faccia di Hack, visti i sussulti del consiglio comunale, non è più sembrata convincente per la prevenzione sanitaria. I manifesti dunque sono da rifare. Verrà ripescata un’immagine già messa in scarto e sui muri apparirà quella.
«Viste le polemiche che sono nate in Consiglio comunale - conferma il direttore sanitario Adele Maggiore - abbiamo pensato che non era il caso di alimentarle. Non volevamo che la nostra campagna finisse strumentalizzata. Perché alimentare polemiche?, ci siamo detti». La decisione è stata di tutto lo staff di direzione, e non solo del direttore generale Fabio Samani, in questi giorni assente da Trieste ma consultato per telefono.
Qualcuno forse ha saputo del progetto e ha telefonato altrettanto? Qualche consigliere ha fatto pressione, oppure opposizione? «No, nessuno. Se la Hack vorrà fare lo stesso campagna per il vaccino - conclude Maggiore - la potrà fare». Beninteso, da sola, e non per conto dell’Azienda sanitaria. Che adesso si affretta a correre ai ripari, perché tutta la macchina è in forte ritardo (la campagna del vaccino parte il 27 ottobre). Ma non si vede perché, tirata da una parte e dell’altra, e da entrambe messa in croce, la Hack dovrebbe propagandare vaccini antinfluenzali in proprio.
«Io ho girato un video sul vaccino - risponde in effetti Margherita Hack -, me l’hanno chiesto e l’ho fatto, perché mi vaccino ormai dagli anni Settanta e mi trovo molto bene. Se poi non lo vogliono usare, sono ”c” loro. Facciano a meno. L’unica cosa che non capisco - prosegue la scienziata, ieri a Pordenone per una conferenza - è che cosa c’entri il Comune con l’Azienda sanitaria, proprio non vedo che relazione ci possa essere tra l’una cosa e l’altra. Quanto alla benemerenza: ma io me ne frego delle benemerenze. Non l’ho mica sollecitata io, e non sapevo nemmeno che fosse in programma, ne ho solo letto poi notizia sul giornale».
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