Trieste, Latterie Carsiche vendute a una coop

L’azienda di Villesse ceduta alla società cooperativa “Minerva” che si occupa di pulizie e gestisce anche il Cara di Gradisca
Il latte a marchio Latterie Carsiche
Il latte a marchio Latterie Carsiche

TRIESTE C’è un futuro per i sessantadue dipendenti delle Latterie Carsiche e le loro famiglie. Ed è un futuro apparentemente solido e radicato sul territorio regionale: l’azienda, che oggi ha sede a Villesse, passa infatti nelle mani della società cooperativa “Minerva” di Savogna d'Isonzo che, a quanto si apprende, ha presentato un'offerta definita «seria ed irrinunciabile» alla famiglia Pelloni, che rappresenta la proprietà di Latteria Carsiche Spa. A darne notizia, attraverso i propri legali, è stata ieri la stessa proprietà.

Latterie Carsiche in crisi: senza paga 62 dipendenti
Un furgone delle Latterie carische

Per Minerva si tratta di un ingresso a sorpresa nel settore alimentare. Per i lavoratori dello stabilimento - per due terzi residenti in provincia di Trieste, mentre la sede produttiva come detto è attiva da 10 anni a Villesse, nell'Isontino - potrebbe invece trattarsi della fine di un lungo periodo di incertezze, segnato anche dall’erogazione a singhiozzo degli stipendi mensili.

«La proprietà, rappresentata dalla famiglia Pelloni, verificata la situazione di crisi della società, si è attivata per garantire la continuità e l'esistenza di Latterie Carsiche spa - spiega Giulio Mosetti, legale dello studio associato Mosetti e Compagnone - . Lo ha fatto nominando un nuovo management e, contemporaneamente, selezionando qualche potenziale acquirente che garantisse, condizione tassativa imposta dalla proprietà, la continuità aziendale salvaguardando il sito produttivo e, per quanto possibile, la forza lavoro».

Latterie Carsiche altro mese senza paga
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Con l'arrivo, qualche mese fa, del management indicato sono state poste in essere, dopo una prima analisi, tutte le azioni dirette a garantire un percorso societario che consentisse di farla ripartire, mantenendo la presenza sul territorio di un’azienda storica del Friuli Venezia Giulia.

«Attraverso l'abnegazione e l'impegno profuso da parte di tutti i componenti dell'azienda, oggi, dopo una lunga e faticosa trattativa la proprietà ha accettato una proposta irrevocabile di acquisto presentata dalla società Minerva Scpa - ha fatto sapere ancora la famiglia Pelloni attraverso i propri legali -.

La società acquirente, conosciuta sul territorio, anche in adempimento e nel rispetto della mission che si è data, vale a dire la valorizzazione delle aziende regionali, delle risorse umane e del mantenimento delle professionalità sul territorio, ha ritenuto di investire nel settore del latte nell’auspicato tentativo di rilanciare un’azienda che da oltre cinquant’anni, con il suo brand, è sinonimo di alta qualità e di eccellenza tipiche del nostro territorio».

Un altro mese senza paga alle Latterie Carsiche
Silvano Trieste 23/08/2010 Bar Bianco

In queste settimane i rappresentanti sindacali hanno continuato a tenere i contatti con l’azienda, che aveva assicurato loro come un accordo fosse ormai vicino per la cessione di Latterie Carsiche. Il subentro di Minerva, azienda che fra le altre cose è attiva nel settore di pulizie e gestisce per ora ad interim il Cara di Gradisca, consente di superare l'empasse legata alla mancanza di liquidità e a rilanciare la produzione.

Nel recente passato i lavoratori avevano maturato due mensilità arretrate e quasi la metà dei dipendenti aveva dovuto trascorrere periodi di ferie forzate nei momenti in cui la produzione è stata fermata per mancanza di materia prima.

L’avventura delle Latterie Carsiche iniziò nel 1968, quando Gualtiero Pelloni, emiliano, iniziò la produzione nel 1970 in quel di Duino, dove sorse anche il celebre punto vendita del “Bar Bianco”. Nel 2006, con gli affari a gonfie vele, il trasferimento e potenziamento della produzione a Villesse. Ma crisi e concorrenza del settore caseario in questi anni hanno ridisegnato gli scenari e chiuso un capitolo.

Una parobola discendente inimmaginabile nel decennio precedente per la famiglia Pelloni, costretta ora a passare la mano ad un nuovo soggetto chiamato a tutelare il marchio e a garantire un posto di lavoro ai 62 attuali addetti.

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