Trieste, l’ateneo guadagna matricole. Boom a Economia e Fisica

Iscrizioni su dell’8,9%. Prosegue il trend positivo dopo il +10,4% dell’anno scorso. «Il successo frutto del taglio imprenditoriale spinge anche le materie umanistiche»
Silvano Trieste 06/06/2017 UNITS
Silvano Trieste 06/06/2017 UNITS

Un altro anno di crescita per il numero delle immatricolazioni all’università di Trieste, dopo il già ottimo +10,44% registrato l’anno precedente. Segna infatti un incremento dell’8,9%.

Con il 5 ottobre si sono chiuse le iscrizioni alle lauree triennali e a quelle magistrali a ciclo unico (5 anni) e quindi i numeri attualmente a disposizione sono attendibili per quest’ultime, mentre per quelle magistrali gli studenti avranno tempo fino ad aprile del prossimo anno. A rendere poi il dato ancora fluttuante, ci sono i ripescaggi per i corsi a numero chiuso, che continueranno ancora per alcuni giorni, e le possibili multiple iscrizioni degli studenti che abbiano tentato di entrarci e, non riuscendo, si siano iscritti ad un altro.

Detto ciò, il primo numero a spiccare è quello riguardante le iscrizioni totali, che, paragonato a quello rilevato nello stesso periodo dell’anno 2016/2017, passa da 3946 a 4299 immatricolazioni. Continua la crescita lenta ma inesorabile di Fisica, che coi suoi 178, dai 78 del 2014, si attesta sui livelli di una grande città. Registrata poi complessivamente una crescita del 28% delle preferenze per Economia e gestione aziendale, da 157 a 201 immatricolati, e complessivamente per Ingegneria, anche grazie all’istituzione di 38 borse di studio da 2800 euro da parte di alcune aziende-sponsor per i “migliori talenti”, ai quali per il secondo anno sarebbe garantita una collaborazione retribuita.


In generale, quindi, si assiste ad un aumento dei numeri per tutte le lauree, da quelle scientifiche a quelle umanistiche, dove in particolare cresce del ben 26% il numero degli iscritti per il curriculum in “Lettere antiche e moderne, arti, comunicazione” e addirittura del 32% per “Scienze politiche e dell’amministrazione”, che tra il corso locale e l’inter-ateneo di Gorizia è seconda nella classifica a livello nazionale nelle classifiche del Censis. Secondo quanto afferma la professoressa Donata Vianelli dell’ufficio orientamento, «è il risultato dell’impegno nell’avvicinare gli studenti ad un discorso d’imprenditorialità che riguardasse anche l’ambito umanistico e non solo quello scientifico». Sono un esempio i “contamination Lab” che partiranno da ottobre sul tema dell’imprenditorialità e delle competenze trasversali, affiancate dal digitale. Debutta poi con 45 immatricolazioni il corso di “Comunicazione interlinguistica applicata alle professioni giuridiche”, caratterizzato da una forte dimensione internazionale come evidenziato dagli accordi con l’Università di Regensburg e l’Università di Anversa per il conseguimento di doppi diplomi, e da un’ampia gamma di programmi di scambio con università europee ed extra-europee.

Vianelli spiega poi che l’ateneo punta ad incrementare la presenza nelle lauree magistrali. Vi si può già riscontrare, dai dati parziali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un considerevole aumento del 14% (ricordando che effettivamente le iscrizioni si chiuderanno ad aprile).

Questo perché si sarebbe rinforzato l’orientamento nei confronti di esse con porte aperte dedicati specialmente agli studenti proveniente da altre città, visto che circa la metà degli attuali iscritti alle lauree magistrali proviene da fuori regione. Per quanto riguarda invece le lauree magistrali a ciclo unico, quasi tutte a numero chiuso, i posti per quelle scientifiche dipendono perlopiù da disposizioni nazionali, per le quali si assiste ad un aumento dei posti per medicina e chirurgia e una diminuzione in Chimica e Farmacia, mentre sono ancora in calo le iscrizioni ad Architettura, inter-ateneo con Udine e sede a Gorizia.

Il rettore Maurizio Fermeglia commenta così i risultati: «Gli investimenti hanno dato i loro frutti e si vede nella continuità positiva con quanto successo nei due anni precedenti. Questo anche grazie ad un recupero del valore dell’alta formazione a livello nazionale».

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