Trieste, l’assassino sorpreso in casa dalla vittima

TRIESTE I poliziotti della Squadra mobile non hanno dubbi. Nerina Zennaro Molinari ha scoperto in casa il suo assassino. Lo ha visto in faccia forse mentre stava rovistando nei cassetti cercando soldi e oggetti di valore e lo ha riconosciuto. Per questo Tiziano Castellani, 42 anni, l’ex rappresentante di aspirapolveri Folletto che le aveva venduto alcuni elettrodomestici, l’ha uccisa senza pietà. Spaccandole la schiena con un battitappeto.
È questa la più consistente ipotesi investigativa riguardante l’omicidio perpetrato il 21 gennaio, ma di fatto diventato tale solo molti giorni dopo perché l’assassino ha cercato senza poi riuscirci di nascondere la sua colpa provocando il crollo dell’intero stabile, in modo da seppellire le prove sotto un cumulo di macerie.
Nessuna prova, come rileva il difensore, l’avvocato Maurizio Mazzarella. Per ora infatti si parla di gravi indizi convergenti. Indizi che partono proprio dal fatto che le chiavi dell’appartamento di via Puccini 32 sono state trovate dagli agenti della Mobile assieme a molte altre, una trentina circa e a svariati oggetti provento di furto, nell’alloggio di Castellani.
Ma c’è di più. Nelle ultime ore è spuntata un’intercettazione in cui Castellani, parlando con un’altra persona, subito dopo la perquisizione dei poliziotti, si è lasciato andare a una frase del tipo: «Che stupido sono stato». Per gli investigatori il significato di quelle parole è chiarissimo. È un’ammissione di colpa. Significa che si rende conto di quello che ha fatto e cioè l’omicidio dell’anziana.
Al contrario, secondo il difensore, quel «Che stupido sono stato» si è riferito a un furto messo a segno nella casa di un altro anziano del quale nella sua casa era stata trovata la refurtiva. Sono spuntati altri elementi, ma pur sempre indiziari, anche se pesanti. Riguardano alcune tracce di Dna che sono state trovate sotto le unghie di Nerina Zennaro Molinari. Dna che però per ragioni tecniche non è stato possibile attribuire a una specifica persona: ha “parlato” solo dicendo con assoluta certezza che si tratta di cellule maschili. Nulla di più.
Ma ci sono anche i filmati acquisiti dalle telecamere esterne del commissariato di San Sabba riferiti alle 17.50 del 21 gennaio in cui si vede una Ford Mondeo dirigersi verso via Puccini: si notano solo alcuni numeri di targa, identici a quelli della vettura che aveva in uso.
Intanto ieri mattina il pm Cristina Bacer ha disposto l’analisi approfondita del cellulare del sospettato. Il telefonino era stato sequestrato a Tiziano Castellani al momento dell’arresto. La speranza è che nella sua memoria possano essere trovati nuovi elementi che possano fugare quelli che al momento restano comunque dei dubbi.
Lunedì mattina alle 9.30 intanto è previsto l’interrogatorio davanti al pm Cristina Bacer. È stato lo stesso Castellani a chiederlo dopo l’udienza di convalida del gip durante la quale si è avvalso della facoltà di non rispondere.
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