Trieste, l’armata dei veterani in marcia sul Municipio

TRIESTE Il nuovo che avanza. “Se ne vanza”, verrebbe da aggiungere. C’è mancato poco (qualche manciata di firme) e sulla scheda elettorale sarebbe ricomparso lo scudocrociato della Democrazia cristiana. Tornano sulla scheda, invece, i Verdi del Sole che ride in tandem con Psi (una bicicletta elettorale tipica della prima Repubblica dove andavano forte anche i tricicli). Ricompaiono pure Forza Italia e Alleanza Nazionale (Fratelli d’Italia) dopo la parentesi sfortunata del Pdl. C’è pure il simbolo morente di Sel tenuto in vita dal sindaco Roberto Cosolini.
Eppoi ci sono i dinosauri della politica locale. Tutt’altro che estinti. Ci sono quelli che ritornano (Sergio Dressi, Roberto Treu, Dennis Visioli) e quelli che non se ne sono mai andati (Roberto De Gioia, Sergio Pacor, Maria Teresa Bassa Poropat e Giorgio Marchesich). Il federale Sergio Dressi, classe 1948, ritorna con Forza Italia: è stato consigliere comunale a Trieste dal 1982 al 1998 (inizio con il Msi). Dal 1988 al 2008 è stato consigliere regionale. È stato assessore regionale all’Industria prima di “volare” all’aeroporto di Ronchi dei Legionari (dal 2009 al 2015).
Un ritorno nell’agone politico anche per l’assessore Roberto Treu (lista Pd), classe 1949, una carriera da sindacalista nella Cgil. La sua parentesi politica (14 mesi) risale al giugno 1992: candidato sindaco a Trieste con la Lega democratica (ex Pci), entrò in Municipio da consigliere ma si stancò presto.
L’insegnante d’inglese Dennis Visioli, il candidato coi sandali, riemerge tra le liste di Sinistra Unita che nel 2011, dopo aver ottenuto una deroga dal partito per il terzo mandato, ottenne 14 voti nella file della Federazione della Sinistra. Visioli, che ha ricoperto incarichi di partito all’Ater e alle defunte Coop Operaie, è stato vicepresidente e assessore della Provincia dal 2006 al 2011.
Ci sono poi le conferme. Il socialdemocratico, socialista, verde, autonomista, indipendentista, azzurro, leghista Roberto De Gioia, classe 1949. Ha cominciato nel 1976 come consigliere circoscrizionale con la maglia del Psdi e non ha più smesso. È stato consigliere comunale, provinciale e regionale, assessore comunale e regionale e svariate volte vicesindaco, passando da sinistra a destra (andata e ritorno). Ora si presenta con la nuova bicicletta verde-socialista che appoggia Cosolini.
Per non parlare dell’inguaribile repubblicano Sergio Pacor, avvocato, classe 1938, in lista da indipendente con Fi. È stato presidente del Consiglio comunale dal 2006 al 2001. E prima ancora è stato vicesindaco e vicepresidente della Provincia oltre che assessore alla Cultura.
Eppoi c’è Maria Teresa Bassa Poropat, classe 1946: entrata per caso in politica come cittadina nel 1996 (assessore della giunta comunale Illy), non è più uscita. Nel 2003 è stata eletta in Consiglio regionale. Eletta presidente della Provincia di Trieste nel 2006, è stata riconfermata nel 2011. E ora, rimasta orfana della Provincia, corre da capolista nella civica “Insieme per Trieste per Cosolini”.
C’è poi l’indipendentista storico Giorgio Marchesich, classe 1955. Fu eletto per la prima volta in consiglio provinciale nel 1975. Nel 1992 è entrato in Consiglio comunale con la Lega Nord diventando persino presidente del Consiglio per 14 mesi dal 1993 al 1994.
Ieri, intanto, la Commissione elettorale ha provveduto alle operazioni di sorteggio per assegnare l’ordine progressivo degli undici candidati sindaco e delle venti liste (tutte ammesse). Paolo Menis, candidato le Movimento 5 Stelle, ha conquistato la prima posizione come nel 2011. Un segno del destino. Gli elettori lo troveranno sulla scheda in alto a sinistra.
Al secondo posto Giorgio Marchesich con il Fronte per l’indipendenza del Territorio libero di Trieste che era stato il primo a consegnare la lista. Terzo Roberto Dipiazza con il Partito Pensionati che aprirà la sua coalizione di sei liste. Un segno del destino anche questo. Ultimo degli estratti (un’altra posizione di privilegio) è Iztok Furlanic con Sinistra Unita.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo