Trieste, l’Ariston “finisce” in Cappella
«’Ndemo in cine». Il cinema Ariston cambia gestione e torna “underground”. Il passaggio di consegne tra Isidoro Brizzi , attuale gestore del Cinema dei Fabbri, e la Cappella Underground avviene dopo un’estate difficile (alcuni problemi condominiali avevano determinato la chiusura del cinema per diversi mesi e reso inagibile la storica arena). Il contratto con il proprietario del cinema, Mario de Luyk, è stato firmato il 28 febbraio da Daniele Terzoli, presidente della Cappella Underground.
«’Ndemo in cine» è lo slogan scelto dalla Cappella per la riapertura dell’Ariston che riprende il titolo di un fortunato libro di Tullio Kezich. È stata così scongiurata la chiusura dell’ultima sala d’essai di Trieste. Per la riapertura della sala d’essai di viale Romolo Gessi, chiusa dal 6 gennaio scorso, è questione di giorni. «Inaugurazione nel mese di marzo» assicura il comunicato della Cappella Underground. Il tempo di alcune verifiche tecniche, l’avvio dellla digitalizzazione e poi di nuovo “buio in sala”. “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, fresco di oscar, potrebbe essere il titolo inaugurale dell’avvio della stagione della Cappella Underground nella gestione di un esercizio commerciale seppur d’essai. Il primo cinema dei suoi 45 anni di storia (se si esclude la saletta privata delle origini in via Franca). ll cineclub triestino, uno dei più vecchi d’Italia, è nato del 1968 come costola della galleria d’arte. E ora si allinea agli altri cineclub regionali come Cinemazero che a Pordenone gestisce tre sale, il Cec (Centro espressioni cinematografiche) che a Udine gestisce 5 sale tra Visionario e Cinema Centrale e la Cineteca del Friuli che a Gemona gestisce da 5 anni il Cinema Sociale.
Non è la prima volta che la storia dell’Ariston incrocia quella della Cappella Underground. Nato come “cine” rionale, la sala di viale Romolo Gessi diventa un cinema d’essai, il primo a Trieste, nel 1978 grazie a Mario de Luyk e Piero Percavassi, due tra i fondatori della Cappella Underground. Nel 1982 nasce il primo “Festival dei Festival”, una manifestazione che per oltre un ventennio ha visto sfilare all’Ariston registi, autori e attori di film e premitati nei maggiori festival cinematografici. La gestione di de Luyck prosegue fino al 2003 quando inizia quella ”generosa” di Isidoro Brizzi che per 10 anni ha conservato a Trieste, in totale solitudine, un presidio del cinema di qualità contro lo strapotere dei multisala e dei distributori. Ora, abbandonato l’Ariston, prosegue la sua missione di appassionato con il cinema indipendente al Teatro dei Fabbri. «Il passaggio del cinema Ariston alla gestione della Cappella Underground è un colpo di fortuna per il pubblico triestino e nasce sotto la buona stella dell'Oscar a Sorrentino - commenta il proprietario de Luyk che si è divertito a infarcire il messaggio augurale con titoli di film italiani -. Da oggi la più importante associazione di cultura cinematografica della città dispone nuovamente di una sala cinematografica, come negli anni '60 e '70 nella storica sede di via Franca. Il capitale umano di Cappella saprà rinverdire quei tempi indimenticabili facendo dell'Ariston un punto di richiamo spettacolare e culturale, cui il pubblico risponderà con un fantastico via vai in viale Romolo Gessi. Nato nel febbraio 1978 come primo cinema d'essai triestino da una costola di Cappella Underground, l'Ariston ritorna oggi felicemente alla casa madre. In bocca al lupo, Cappella! E avanti tutta». Alla faccia del titolo della nota trasmissione televisiva di Renzo Arbore.
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