Trieste, l'appello di Ater alle istituzioni: «Allarme sicurezza nei comprensori»

Il presidente dell’ente Novacco: «Intervengano le autorità». Il prefetto Valenti: «Ora al lavoro con questura e Comune»
Il complesso Ater di piazzale De Gasperi, foto di Massimo Silvano
Il complesso Ater di piazzale De Gasperi, foto di Massimo Silvano

TRIESTE «Ora l’incendio nel comprensorio di piazzale De Gasperi. Prima ancora quelli verificatisi nei garage interrati a Valmaura. E poi le segnalazioni di spaccio, di persone estranee ai condomini che accedono agli spazi Ater di via Grego, strada vecchia dell’Istria, Longera o di via Boito». Il presidente dell’Ater Riccardo Novacco inanella i diversi episodi che negli ultimi mesi hanno interessato i complessi di edilizia popolare.

«Abbiamo visto – aggiunge – anche il recente episodio di un padre e un figlio picchiati negli spazi vicino a strada vecchia dell’Istria: non possiamo aspettare si arrivi a un evento ancor più grave prima di fare qualcosa di concreto». Novacco non nasconde la sua preoccupazione: «Ho già denunciato la situazione sia al precedente questore Giuseppe Petronzi, che a quello attuale Irene Tittoni, come pure recentemente alla Prefettura – spiega –. È da molti mesi che riceviamo segnalazioni di problematiche che riguardano non solo via Cumano». Il presidente riferisce di aver inoltrato ai rappresentanti delle forze dell’ordine un elenco dettagliato delle criticità. «Non solo, ho incontrato il nuovo questore a fine gennaio ricordando i disagi patiti, e ho scritto qualche settimana fa una lettera al prefetto, con cui Ater si è già confrontata in una riunione lo scorso 29 marzo». Nelle ultime due riunioni del consiglio di amministrazione di Ater, il presidente ha fatto mettere nero su bianco ogni iniziativa, «sia le denunce effettuate – riferisce – sia il grido d’allarme che lanciamo da tempo. C’è bisogno di un intervento e noi non abbiamo l’autorità per poterlo fare». «Si tratta – ribadisce – di problemi di ordine pubblico, e spesso i protagonisti di questi episodi violenti sono ragazzi non residenti nei nostri alloggi».

Di quanto succede è stato informato anche il vicesindaco Paolo Polidori. «Non incolpo nessuno, cerco di far emergere un problema – precisa Novacco –: credo sia urgente sedersi a un tavolo operativo e agire al più presto. Gli inquilini ci chiedono risposte e prospettano addirittura di non pagare più il canone di affitto se non poniamo rimedio».

«Si stratta di atti di inciviltà che spesso sfociano anche in illegalità – evidenzia il prefetto Valerio Valenti – e mi sono immediatamente attivato per una riunione prima più ristretta con la questura, e poi per una allargata al Comune, dando mandato al questore di organizzare un tavolo tecnico operativo con tutte le forze di polizia e mettere a punto un’attività straordinaria nei comprensori segnalati dall’Ater». Il prefetto però precisa: «Non mi sento di dire ci sia a Trieste un’emergenza giovani diffusa e generalizzata, ci sono però situazioni che vanno tenute sott’occhio. Le residenze Ater costruite con queste logiche di cortili interni e ampi spazi comuni – valuta – si prestano maggiormente a questo tipo di attività».

«Quello delle bande di giovani che non hanno rispetto del bene comune – constata il sindaco Roberto Dipiazza – è il problema del terzo millennio. Un motivo in più per avere ancora maggiore vigilanza notturna con la possibilità, appena saranno armati – visto che è uno dei requisiti per consentire il servizio dopo un certo orario –, di poter contare anche sul supporto degli agenti della polizia locale, consentendo a polizia e carabinieri di concentrarsi su certi fenomeni. Chi ci ha criticato sulla scelta di armarli – conclude –, ha sbagliato anche questa volta». —


 

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