Trieste, l'accoltellatore di via Gambini è indagato per tentato omicidio

L’aggressore è in carcere. Aveva colpito alla schiena un venticinquenne per motivi di gelosia
L’angolo via Manzoni- via Gambini, dove era stata soccorsa la vittima
L’angolo via Manzoni- via Gambini, dove era stata soccorsa la vittima

TRIESTE Non un impeto di rabbia scaturito da un litigio, come poteva sembrare, ma una vera e propria spedizione punitiva per uccidere. Mohamed Aziz Ben Khelifa, il ventunenne di origini tunisine che lo scorso 23 febbraio aveva accoltellato un venticinquenne marocchino in via Gambini, ora è indagato per concorso in tentato omicidio. Lo straniero (risulta residente in provincia di Gorizia) non aveva agito da solo, bensì con altri sei complici, al momento ancora ignoti. La vittima, ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Cattinara, si era miracolosamente salvata.

Sullo sfondo dell’aggressione, come hanno scoperto gli investigatori, c’era una vicenda di gelosia legata a una donna: da pochi giorni Ben Khelifa aveva scoperto che il venticinquenne marocchino aveva una relazione con la propria moglie. Il tunisino e la compagna in realtà si stavano ormai separando proprio a causa dei comportamenti violenti dell’uomo, tanto che la donna il 9 gennaio aveva anche sporto denuncia in Questura a Gorizia. Ma evidentemente lo straniero non intendeva accettare la fine del rapporto, tanto meno che la ex si incontrasse con il marocchino.

Sono circa le tre e mezzo del pomeriggio quando Ben Khelifa incontra in via Gambini quello che considera l’amante di sua moglie. Il ventunenne non è solo, si fa accompagnare da altri sei amici, forse connazionali.

C’è una discussione. All’improvviso il tunisino prende dalla tasca un coltello a serramanico (23 centimetri di lunghezza, con lama di 10 centimetri) e sferra contro il marocchino cinque fendenti alla schiena. I colpi provocano alla vittima varie lesioni, tra cui la perforazione del polmone destro.

Tre triestini assistono alla scena. Qualcuno grida. Gli stranieri, quando si accorgono della presenza di testimoni, fuggono nelle vie limitrofe. Il giovane marocchino perde molto sangue, ma riesce comunque a trascinarsi verso l’angolo della strada, nei pressi di un bar all’incrocio con via Manzoni.

I presenti chiamano il 112. I soccorritori arrivano sul posto nel giro di pochi minuti e portano il ferito all’ospedale di Cattinara. Nel frattempo parte la caccia all’uomo. La vittima, nonostante la gravità delle sue condizioni, riesce a fornire una descrizione dell’accoltellatore: «Veste un giubbotto rosso...», dice, indicando anche il nome.

I carabinieri passano al setaccio l’intero quartiere, ma invano. Le ricerche poi si spostano nella zona della Stazione ferroviaria. Ed è proprio lì che Ben Khelifa viene rintracciato dai militari dell’Arma: il tunisino viene sorpreso nei pressi dei binari in attesa di un treno per ritornare a Gorizia. Indossa effettivamente un giubbotto rosso e ha gli abiti sporchi di sangue. Ben Khelifa viene inoltre trovato in possesso, nella tasca anteriore della giacca, di un bracciale appartenente alla vittima. Lo straniero viene arrestato e portato in caserma, dove andrà in escandescenze tentando di colpire un carabiniere che lo sta sorvegliando.

Ben Khelifa è in cella al Coroneo. Il gip Luigi Dainotti ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere. —


 

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