Trieste, la vertenza Redox alla stretta decisiva

Martedì l’incontro chiave in Prefettura su richiesta del sindacato Usb. Sede aziendale occupata dai lavoratori dal 29 novembre

TRIESTE La vertenza Redox è a un punto di svolta: martedì 19 dicembre una delegazione di Usb, il sindacato che sostiene i lavoratori impegnati nell’occupazione della sede aziendale dallo scorso 29 novembre, sarà ricevuta in Prefettura. Alle 9.30 Sasha Colautti, già segretario della Fiom triestina e attuale responsabile di Usb industria, chiederà al viceprefetto Enrico Roccatagliata di vigilare sulla trasparenza e sulla legalità delle procedure adottate nel passaggio dei dipendenti Redox alla V.a. Crane.

I lavoratori occupano la sede della Redox

 

Usb insiste inoltre perchè all’incontro in piazza Unità partecipino, oltre ai rappresentanti delle aziende interessate allo switch, i manager di Wärtsilä, per far chiarezza sulle modalità e sui criteri con cui la multinazionale finlandese gestisce i rapporti con l’indotto. In giornata il sindacato valuterà la possibilità di organizzare un presidio davanti alla Prefettura. Redox, che ha sede in via di Muggia nella zona industriale, al confine tra i comuni di San Dorligo e Trieste, è un’impresa che operava nell’ambito dell’indotto Wärtsilä e si occupava in particolare della manutenzione relativa ai carri-ponte. I verbi sono al passato perchè Redox ha perso l’appalto, appalto che è stato assegnato alla ditta V.a. Crane.

E qui comincia il racconto sindacale, perchè - secondo una nota diffusa da Usb - il passaggio del personale, composto da una quindicina di addetti, sarebbe stato gestito in maniera ultimativa: o andare in V.a. Crane a condizioni salariali e contrattuali peggiorative rispetto a quelle precedenti oppure restare in Redox senza paga. Detto e fatto - spiega Colautti - perchè i lavoratori di Redox non hanno ancora percepito lo stipendio di ottobre e novembre. E le risposte del consulente del lavoro, incaricato di trattare con i dipendenti, vengono considerate «dilatorie». A questo - insiste Colautti - si aggiunge un fatto curioso: V.a.Crane Ltd, registrata a Londra, avrebbe come azionista lo stesso imprenditore titolare di Redox, Antonello Ivaldi. Sull’intero dossier Usb intende conferire domani mattina con Enrico Roccatagliata.

Ritrovarsi «affittati» L’incubo degli operai senza paga da mesi
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Ma, a monte della vertenza Redox che ha portato all’occupazione della fabbrica, Usb addita le responsabilità di Wärtsilä, in quanto «con le politiche di continua riduzione dei costi sugli appalti mette in crisi le aziende e i lavoratori pagano due volte». Senza contare - insiste l’esponente di Usb - che Wärtsilä non assume più personale di fabbrica, anzi tende ad alleggerirne gli organici, assegnando crescenti porzioni di lavoro a imprese esterne.

In questo momento Redox è l’unico stabilimento triestino occupato dai lavoratori. Era parecchio tempo che la dialettica sociale sul territorio non annoverava una forma di protesta così radicale. Un cambio di marcia interpretabile in parte con le recenti affermazioni di Usb, ricordate in un ulteriore comunicato trasmesso dal sindacato “di base”: prima sigla nel rinnovo delle rappresentanze al Sincrotrone, buoni risultati ottenuti nelle elezioni svoltesi in Wartsila, Insiel, Flex, Ebm. «E il tesseramento - conclude Colautti - è salito del 13,5% nel giro di sei mesi». Cioè da quando - lascia intendere - ha salutato la Fiom.

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