Trieste, la tratta dei cuccioli parte da Pecs
Stipati nei bagagliai delle macchine, senza mamma, al freddo, ceduti a poche decine di euro. È il destino di migliaia di cuccioli di cane che partendo dall'Ungheria varcano i confini che dalla Slovenia portano a Trieste. Talvolta le Fiamme Gialle li intercettano, altre volte i trafficanti di animali la fanno franca.
E quei piccoli quattro zampe li ritroviamo venduti a caro o prezzo su internet, nelle vetrine di alcuni nostri negozi o in allevamenti. A documentare il viaggio che questi animaletti sono costretti a fare è stato il maresciallo del Corpo Forestale regionale, Claudia Comelli, partita assieme ad una troupe televisiva lo scorso 5 aprile per realizzare un documentario che testimonia le condizioni di allevamenti lager, il mercato clandestino, la connivenza di veterinari stranieri che certificano errate età dei cuccioli.
«In regione ne sequestriamo ormai centinaia all'anno - spiega Comelli - e ho voluto vedere con i miei occhi come vengono ceduti i cagnolini a Pecs, in Ungheria, dove esiste il più grande mercato di cani e da dove arrivano molti dei cani che poi si rivendono in Italia».
Il documentario girato dal regista Aldo Pavan, andrà in onda il prossimo 4 maggio, alle 10.30, su Rai 2 all'interno del programma "Cronache animali". «A Pecs ogni prima domenica del mese,- racconta il maresciallo - viene allestito questo enorme mercato e i venditori di cani con centinaia di cuccioli si presentano già dalle 5 del mattino con i cuccioli ammassati nei bagagliai delle loro vetture, - aggiunge - buttati lì come fossero patate, al freddo e senza acqua e cibo».
E se l'offerta è così ampia significa che la richiesta non manca. «Ad acquistarli per poche decine di euro - continua Comelli - c'erano proprietari di negozi, di allevamenti. Abbiamo assistito all'acquisto di parecchi cani, tutti di taglia molto grande, da parte di due napoletani. Il rischio è che alcuni di questi animali vengano usati anche per combattimenti clandestini».
Molti di quei cagnolini si trovano nelle nostre case. Alcuni triestini hanno adottato i cuccioli che negli anni sono stati sequestrati al confine, altri li hanno comperati a caro prezzo leggendo degli annunci su internet, o direttamente nei negozi. Cosa c'è di più tenero di un cagnolino che da una vetrina cerca carezze e lancia languidi sguardi? Acquistarlo però, in alcuni casi significa alimentare quel mercato fatto illegalità e dolore.
«Lì in Ungheria, - spiega il maresciallo della Forestale - abbiamo visto che ci sono famiglie che per arrotondare hanno un paio fattrici che fanno figliare anche due volte all'anno, probabilmente dando loro anche degli ormoni, per poi rivendere i cuccioli». Ma a quanto viene venduto lì un cane? «Cani di razza di piccola o media taglia - dichiara - si comperano a 30 o 40 euro (qui vengono venduti a 600 o 800 euro), mentre quelli di taglia grande come pastori tedeschi o pastori del Caucaso li cedono a 80, 100 euro e poi proposti in Italia a oltre mille euro».
Nel mercato di Pecs ma anche nelle famiglie del posto «i cuccioli venivano ceduti senza documenti, senza vaccinazioni, - spiega Comelli - e ad un'età anche inferiore ai due mesi. Evidente che poi trovano veterinari stranieri conniventi che rilasciano certificati che attestano che quei cani hanno 3 mesi e 21 giorni come prevede la legge per consentirne l'importazione».
Senza vaccini e tolti troppo presto dalla madre, molti di questi cuccioli muoiono durante i viaggio che li porterà in Italia. Viaggi di ore, chiusi nei bagagliai, a rischio contagio di parvovirosi o gastroenterite. Ma è chiaro che per chi li tratta in quel modo, valgono al massimo una quarantina di euro.
Il loro valore per le "fabbriche di cani" e per i "trafficanti di cuccioli" è solo economico. La loro dolcezza, l'amore che questi piccoli a quattro zampe sanno infondere, loro non lo conoscono.
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