Trieste, la statua di Santin “riposa” in officina
TRIESTE «Però forse in Porto Vecchio una cosa si riuscirà a farla: una statua di monsignor Antonio Santin che, come fosse un lupo di mare, guarderà il golfo da un alto piedestallo» scriveva a gennaio l’architetto Roberto Barocchi, presidente di Triestebella. Forse. Ma non sarà stato facile. E soprattutto alla fine saranno passati oltre due anni.
Il finanziamento regionale di 110mila euro all’Istituto di cultura marittimo portuale di Trieste (Icmp), emanazione diretta dell’Autorità portuale, risale a fine 2012. Il bando è dell’agosto 2013. Il cronoprogramma certificato dall’architetto Fabio Assanti prevedeva un massimo di 390 giorni per la realizzazione della statua del vescovo Antonio Santin, inclusi i collaudi e le certificazioni. Il tempo è stato praticamente bissato senza che della statua si sia vista neppure l’ombra in testa al Molo IV, dove si era decisa la collocazione.
Nel frattempo l’Istituto è stato liquidato assieme alla persona che seguiva il procedimento, ovvero Antonella Caroli, il direttore dell’Icmp. E la statua è finita in una specie di limbo di cui nessuno si occupa. «Sto aspettando che facciano il plinto lì sul molo in modo da venire a Trieste a posizionare la scultura. Mi hanno assicurato che l’avrebbero fatto ad agosto», racconta disperato Bruno Lucchi dal suo studio di Levico Terme, dove sta seguendo la ricollocazione in uno spazio nuovo delle sculture esposte l’anno scorso all’esterno del Museo, il Museo della scienza realizzato da Renzo Piano .
«Mi hanno assicurato che è stato sbloccato tutto. Non sono ancora andato in vacanza - aggiunge lo scultore -. Devo capire i tempi per organizzare il trasporto della statua e del basamento per la collocazione sul molo. È un lavoro abbastanza delicato».
La statua di Santin (un bronzo alto tre metri) alla prese con la bora è pronta da molto. È stato fusa a Trento prima di fine anno e ora sta parcheggiata da otto mesi in un’officina del Mantovano dove è stato realizzato il basamento in acciaio corten (il metallo patinato con effetto ruggine). Due e metri e mezzo per un totale di 5,5 metri di monumento.
Niente a che vedere con i sette metri previsti dal bando originario che avrebbero visto monsignor Santin svettare sopra il magazzino del Molo IV. «Spero che il plinto sia pronto. Se nessuno mi chiama telefonerò io nei prossimi giorni - continua rassegnato Lucchi -. È quasi normale che con il pubblico i tempi si allunghino. Ma questa volta è un po’ di più del normale».
Non se l’aspettava davvero questo calvario per la statua di un vescovo benedetta dalla Curia di Trieste e fortemente voluta dal centrodestra triestino. Tra i principali sponsor c’è l’ex senatore Giulio Camber, che aveva persino disegnato un basamento cavo a forma di nave su cui collocare la prima versione della statua di Santin, quella affidata inizialmente allo scultore di Staranzano Giovanni Pacor.
«Diciamo che avrebbe dovuto andare meglio con il vescovo» sorride Lucchi che ora spera di poter mettere la parola fine a questa eterna commissione entro settembre. Il tanto atteso plinto sembra essere pronto. Un quadrato di cemento fresco di gettata fa bella mostra in testa al Molo IV davanti ai binari inutilizzati e nel degrado di un'’area abbandonata e non aperta al pubblico.
«Non so esattamente se il plinto sia pronto o meno. So che c’erano i lavori in corso», spiega Mario Sommariva, nuovo segretario generale dell’Autorità portuale di Trieste. Non avrebbe mai pensato, quando ha assunto il nuovo incarico, di dover occuparsi anche di statue. «Eravamo obbligati a dare via libera a questa statua. È un procedimento avviato che abbiamo ereditato. È un problema di cui non mi sono occupato molto, non lo considero prioritario per il Porto di Trieste che ha ben altri problemi. È un fatto più di decoro cittadino e urbano che portuale. Io mi occupo di merci, di container, di lavoro». La movimentazione di statue non era contemplata.
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