Trieste, la stangata del contacalorie colpisce 5mila condomini
TRIESTE C’è tempo fino al 31 dicembre prossimo venturo perchè i condomini dotati di riscaldamento centralizzato provvedano ad aggiornare i loro impianti con la cosiddetta “contabilizzazione del calore”. Cioè, dietro forte pressione della Commissione Ue che nel febbraio 2015 aveva aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia, si dovrà misurare l’effettivo consumo di ciascuna unità immobiliare e si dovranno suddividere le spese in base ai consumi effettivi: obiettivi sono il risparmio energetico, una maggiore razionalità dei consumi, la riduzione degli sprechi. L’installazione dei nuovi dispositivi è imposta dal decreto legislativo 141/2016, recentemente varato dal governo che ha modificato un precedente provvedimento (dl 102/2014). Stavolta Bruxelles dovrebbe essere stata soddisfatta.
Su Trieste l’impatto di questa decisione è notevole: Confartigianato, in prima linea sull’argomento con i 160 impiantisti iscritti all’associazione e con lo stesso presidente Dario Bruni mobilitato come imprenditore del settore, ha censito 2350 impianti superiori ai 35 kw, ovvero superiori alla potenza di una caldaia domestica.
Attenzione: capita con una certa frequenza che una caldaia serva più condomini, quindi il numero degli stabili interessato alle nuove disposizioni di legge è sicuramente più elevato. «Dalle 2 alle 3 volte rispetto al numero degli impianti», ipotizza Bruni. Quindi nel territorio comunale triestino, a tenersi molto prudenti, saremo ben oltre i 5 mila edifici suscettibili di nuova termoregolazione. Ne consegue che decine di migliaia di cittadini-condomini sono all’erta. D’altronde, solo negli ultimi anni l’edilizia più innovativa ha pensato di inserire meccanismi di maggiore efficienza energetica: ma una consistentissima porzione delle costruzioni triestine, di anagrafe non freschissima, avrà bisogno di mettersi in regola.
I costi, che il singolo condomino dovrà affrontare, non sono banali: lo stesso Bruni stima un esborso di 120 euro a termosifone, la qualcosa significa, calcolando una media di 8 termosifoni per appartamento, poco meno di mille euro. Mille euro ai quali si aggiunge il costo dell’intervento sulla centrale termica, difficilmente valutabile - spiega Bruni - perchè lo “spalmo” della spesa dipende dal numero dei condomini.
Ad ammorbidire il colpo due attenuanti: il risparmio sulla bolletta dovrebbe consentire un rapido ammortamento dell’investimento (peraltro obbligatorio) e la spesa sostenuta è detraibile al 50% nella dichiarazione dei redditi. In tema di risparmio energetico, Bruni ritiene che il minor aggravio in bolletta potrebbe aggirarsi attorno al 20%, graduando la temperatura sui 21°. Ma - avverte il presidente di Confartigianato Trieste - è opportuno che il condomino committente scelga un’azienda seria, perchè punto-chiave dell’operazione è la rendicontazione dei consumi, che viene eseguita a cura dell’installatore. Perchè gli artigiani impiantisti non sono gli unici operatori che guardano con comprensibile interesse a una ghiotta occasione di business. Anche multiutilites come Hera, controllante di AcegasApsAmga, scrutano il mercato. Giorgio Golinetti, direttore dei servizi energetici del gruppo emiliano-romagnolo-veneto-triestino-friulano, monitora la piazza triestina, dove, secondo una sua valutazione, gli impianti su cui intervenire sono 1700, 1300 dei quali a gas e i restanti a gasolio.
Nel combinare consumi “volontari” e “involontari” (dovuti, per esempio, al passaggio delle tubazioni o alla collocazione dell’appartamento) il risparmio energetico è quotabile nell’ordine del 15%. Anche nel quartier generale bolognese si ritiene che il pressing comunitario, con il conseguente e faticoso recepimento italiano, sia improntato a un principio ampiamente condivisibile, ovvero pagare quello che in effetti si consuma. Golinelli pensa inoltre che, per dare un senso completo all’inserimento dei “contabilizzatori”, sia opportuno attivare anche i “cronotermostati” negli appartamenti, per quanto non siano resi obbligatori dalla normativa. «Con solo 150 euro - osserva il manager Hera - il condomino non è più semplice utente, ma diviene responsabile della gestione-calore nella sua casa».
Per gli inadempienti, ovvero per coloro che non procederanno all’installazione dei dispositivi di verifica dei consumi energetici effettivi, scaatteranno multe variabili dai 500 ai 2500 euro per unità immobiliare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo