Trieste, la sfida dei cortometraggi è virtuale
TRIESTE Scommessa, sfida, stimolo, opportunità. Non ci sono termini negativi nel vocabolario di colei che da anni è al timone di ShorTS International Film Festival, la rassegna triestina che, girata la boa dei 20 anni nel 2019, si appresta ora a vivere una delle edizioni più sperimentali della sua storia.
Troppe incognite a slittare ad autunno, ingiusto sospenderlo «per chi ci ha lavorato sodo o è da ottobre che seleziona film». Al contrario, questo festival così amato sembra aver trovato la forza di reinterpretare i limiti imposti dal momento storico trasformandoli in opportunità, restituendosi ripensato nei tempi e nei modi e - osa la direttrice - in qualche modo potenziato.
«Premettendo che per noi è un dolore non trovarci davanti al nostro pubblico di piazza Verdi - spiega Chiara Omero - il festival così come lo vedrete quest'anno è frutto di una scelta che abbiamo dovuto fare ai primi di maggio, con la situazione che tutti conosciamo e non avendo neanche più la possibilità di avere una piazza Verdi allestita. Deciso di continuare a esserci e di andare online, ciò che ne è seguito è stato il cercare di trarne il meglio.
Il massimo. È una sfida, che però apre a un potenziale incremento di pubblico in Italia: potremo arrivare anche a chi non ci conosce e non ci ha mai visto. Il messaggio sarà: quest'anno guardate i corti dal divano o dalla spiaggia, il prossimo venite qui a Trieste». A parte tre occasioni "fisiche", la platea sarà virtuale».
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