Trieste, la polizia torna anche stasera dal barista dissidente che anticipa: "Chiuderò solo nel week end"

Anche oggi, venerdì 22 gennaio, Martini ha aperto il bar "Al Foro" di via Coroneo e gli agenti della Questura si sono presentati due volte
L'intervento della polizia di Stato nella mattinata di oggi, venerdì 22 gennaio (Foto Lasorte)
L'intervento della polizia di Stato nella mattinata di oggi, venerdì 22 gennaio (Foto Lasorte)

Aggiornamento: Le forze dell'ordine si sono recate al bar Al Foro una seconda volta verso le 18 di oggi, 22 gennaio, quando è intervenuto anche il Reparto prevenzione crimine «Veneto».

Come nei giorni scorsi, il locale ha registrato un flusso di clienti, venuti per appoggiare la protesta del titolare, Fabio Martini, che aderisce all'iniziativa nazionale degli esercenti #ioapro e che si dice intenzionato a proseguire «a oltranza». «Sabato e domenica restiamo chiusi. Lunedì riapriamo», afferma
Martini all'Ansa.

TRIESTE. Rischia di avere risvolti penali la protesta del cinquantatreenne triestino Fabio Martini, il gestore del bar “Al Foro” di via Coroneo. L’esercente continua a servire caffè, bibite e quant’altro agli avventori sia al banco che ai tavolini, nonostante i divieti delle misure anti-Covid.

Martini non si è mai fermato: né dinnanzi alle quattro multe ricevute in questa settimana, né dinnanzi al provvedimento di chiusura dell’attività per cinque giorni emesso dalla Questura. Ieri, giovedì 21 gennaio, l’esercente ha tenuto aperto il locale e i clienti sono entrati per consumare ed esprimere solidarietà fino a sera.

Trieste, il bar Al Foro non molla restando aperto, e la polizia lo multa ancora

In mattinata sono ritornate le forze dell’ordine. Stavolta si sono presentati i carabinieri: i militari dell’Arma hanno verbalizzato l’inosservanza del provvedimento di chiusura. In serata è invece piombata sul posto la polizia.
Martini nel pomeriggio è stato anche intervistato da una troupe Rai del programma “La vita in diretta”. Ma dinnanzi al rifiuto di indossare la mascherina, il conduttore ha interrotto il collegamento.

Oggi, venerdì 22 gennaio, poco prima delle 11.30 sono intervenuti gli agenti della polizia di Stato constatando che il bar era ancora aperto e che c'erano clienti anche all'interno. Sono stati così multati sia il titolare che alcuni avventori.

Sul fronte penale, vista l’inosservanza dello stop disposto dalla Questura, il cinquantatreenne con molta probabilità verrà denunciato all’autorità giudiziaria. Ci sono ora tutti i presupposti per una violazione, secondo quanto previsto dall’articolo 650 del Codice: «Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene – così recita l’articolo – è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a euro 206».

Non solo. L’esercente rischia di incorrere anche nel sequestro del bar. Non sarebbe la prima volta a Trieste: un caso analogo si è verificato di recente al bar “Stella Rossa” di via Raffineria 3, dove in un’occasione le forze dell’ordine avevano scoperto la presenza di oltre trenta persone intente a far festa anche se il locale era stato oggetto di un provvedimento di sospensione. Il bar “Stella Rossa” è stato quindi sequestrato e chiuso con i sigilli. Potrebbe accadere anche “Al Foro”. Martini, che aderisce all’iniziativa nazionale “#IoApro” partita il 15 gennaio, d’altronde non intende mollare. Il bar del cinquantatreenne, che peraltro si affaccia proprio di fronte al Tribunale, per il momento è l’unico che a Trieste sta continuando a portare avanti la protesta.

«L’idea non è cambiata, ma non siamo dei kamikaze», precisa dal canto suo Elena Bobich, titolare di “Pizza Gourmet Celestino” di via Diaz, uno dei locali che in quella giornata aveva aderito alla manifestazione di dissenso. «#IoApro è ponderata e sensata, ma si devono aggregare altri ristoratori. Noi abbiamo dato il là, ora attendiamo che prenda il via».

La sera del 15 gennaio la polizia aveva contestato la presenza in pizzeria di oltre venti clienti che stavano consumando la cena ben oltre l’orario di chiusura. Insieme alle sanzioni è stato disposto lo stop dell’attività per 3 giorni. Bobich aveva annunciato di essere pronta ad aprire il locale nonostante la zona arancione. «Ma per il momento andiamo avanti con l’asporto – spiega – noi aspettiamo i tempi dei colleghi, perché l'azione deve essere collegiale». 
 

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