Trieste, la nave bianca fa dietrofront per la Bora

Il comandante della “Seven Seas Mariner” getta la spugna e si dirige a Zara con i 770 passeggeri
La Seven Seas Mariner
La Seven Seas Mariner

TRIESTE Era tutto pronto: in mare rimorchiatori, ormeggiatori e piloti, a terra lo staff di Trieste terminal passeggeri, il personale dell’agenzia marittima Tarabocchia, i pullman per le escursioni.

Tutti in attesa della “Seven Seas Mariner”, unità della compagnia americana Regent Seven Seas Cruises (48mila tonnellate di stazza lorda, 216 metri di lunghezza) con 770 passeggeri a bordo, che ieri di buon mattino avrebbe dovuto attraccare alla Stazione Marittima.

Poco prima delle 7 la nave, che mercoledì sera era partita da Venezia, stava per iniziare la manovra di entrata in porto. I rimorchiatori erano già pronti ad agganciare le gomene della “Seven Seas Mariner”. Ma quando l’unità era a poche centinaia di metri dalla testa del molo Bersaglieri, il comandante decideva di interrompere la manovra e di riprendere il largo, facendo poi rotta verso Zara, dove la nave è attesa stamane.

A quanto si è potuto apprendere, la ragione ufficiale di questo dietrofront starebbe nelle raffiche di Bora - a quell’ora sui 40 nodi (75 chilometri orari) - che il comandante deve aver ritenuto potessero creare problemi durante le operazioni di attracco.

Sconcerto e stupore si sono diffusi in un baleno fra tutti gli addetti ai lavori. Ma anche rammarico per un arrivo (mancato) che era previsto da molto tempo. Per la “Seven Seas Mariner” sarebbe stata la prima volta nel nostro porto, anche se altre unità di quella compagnia hanno fatto scalo a Trieste negli anni passati.

«Siamo rimasti stupiti e perplessi - commenta Franco Napp, amministratore delegato di Trieste Terminal Passeggeri - anche perchè, essendo il primo approdo di questa nave nel nostro porto, avevamo organizzato una breve cerimonia di benvenuto. Il comandante ha però la responsabilità giuridica della nave e dei passeggeri. Sta a lui l’ultima parola». Responsabilità, quindi, anche per qualsiasi tipo di manovra, non ultime quelle di arrivo e partenza da un porto, anche se a bordo c’è già il pilota.

Ciò premesso, la perplessità di Napp riguarda proprio la motivazione del mancato attracco, cioè l’intensità della Bora. «Non riusciamo a capire - prosegue -. Alla Marittima hanno ormeggiato navi più grandi in condizioni meteo ben più difficili. La flotta di rimorchiatori della Tripmare ha mezzi all’avanguardia, che avrebbero accompagnato la nave in banchina in condizioni di massima sicurezza. Anzi, la direzione della Bora è tale che avrebbe spinto sulla fiancata dell’unità, aiutando in qualche modo l’accosto, mentre i rimorchiatori l’avrebbero “trattenuta” fino al completamento della manovra».

Tutti i discorsi in banchina, ieri mattina, erano chiaramente incentrati sull’inatteso dietrofront. Fra i tanti commenti, anche quello di chi ricordava che a Zara, con certe condizioni, la Bora non è meno violenta che a Trieste.

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