Trieste, la maggioranza ripesca in extremis il tetto dei 10 metri al Parco del mare
TRIESTE Il Parco del mare è passato in Consiglio comunale sotto il falso nome di Porto Lido. Il limite dei 10 metri di altezza uscito dalla porta (con la variante numero 3 del Prg) e rientrato dalla finestra (con un ordine del giorno della maggioranza). Nella variante di assestamento approvata ieri in Consiglio comunale non si fa cenno progetto di Antonio Paoletti. Il riferimento riguarda il progetto di “Porto Lido” approvato il 13 marzo 2007. Un progetto destinato a non vedere la luce. Eppure, la deroga ai 10 metri di altezza, richiesta dall’Autorità portuale in cambio della variazione della linea di costa della Piattaforma logistica, è stata attribuita all’unanimità al progetto del Parco del mare che, nelle intenzione di Antonio Paoletti, dovrebbe subentrare a Porto Lido nell’area della Lanterna.
Non si è quasi parlato di pastini del ciglione carsico, piattaforma logistica, spogliatoi del Teatro romano che pure erano i contenuti della variante numero 3 di assestamento al Piano regolatore comunale. Ma di questo non si è quasi parlato in otto ore di Consiglio comunale convocato d’urgenza alla due del pomeriggio di un venerdì di fine luglio. Si è parlato quasi esclusivamente del Parco del mare di cui non si fa neppure cenno nella variante.
I 10 metri che spariscono e ritornano sono il compromesso democristiano per rimediare al pasticcio combinato dall’assessore leghista Luisa Polli. Fu lei a fare proprio il 30 maggio scorso l’emendamento di Fabiana Martini (Pd) che all’articolo 80 del Prg introduceva la frase: «L’altezza massima di future costruzioni nell’area cosiddetta di Porto Lido non deve superare i 10 metri». Ma sempre l’assessore due mesi dopo si rimangia la frase accettando lo stralcio chiesto per conto terzi dall’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale. «L’emendamento sull’altezza dei 10 metri non è stato votato dall’aula, ma lo ho fatto proprio io - spiega Polli -. Quell’area inoltre non è un’area di competenza urbanistico comunale». In palese contraddizione con quanto affermato da Zeno D’Agostino: «Quell’area è città e quindi decide il sindaco». A mettere una pezza, per evitare che l’intesa con l’Authority saltasse (e con essa la piattaforma logistica), è arrivata la maggioranza con un ordine del giorno proposto da Piero Camber. «Al fine di non pregiudicare la visuale della Lanterna si invita la giunta comunale a farsi parte attiva affinché nel piano attuativo della zona Porto Lido, l’altezza consentita alle nuove edificazioni non superi i 10 metri». La Polli, tanto per cambiare, era pronta a farla propria a nome della giunta. Ma questo deve essere parso troppo anche alla maggioranza, che ha preferito metterla ai voti (il forzista Bruno Marini ha chiesto pure, senza successo il voto dell’opposizione).
E così alla fine la variante numero 3 è passata con 20 voti a favore e 8 contrari con l’ordine del giorno che ripristina il limite dei 10 metri.—
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