Trieste, la Lega punta sul rosa e fa il tris di assessori
TRIESTE. A tre giorni dal giunta-day, la nuova squadra del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, è fatta per metà. Al vice in pectore Pierpaolo Roberti e ai fedelissimi del primo cittadino Giorgio Rossi e Carlo Grilli, si aggiungono altre due certezze: la forzista Angela Brandi, ex An e già assessore comunale all’Educazione e anche regionale al Lavoro, e la leghista Luisa Polli, dipendente regionale, ex segretaria dell’allora assessore Paolo Ciani durante il primo governo Tondo in Regione e con un’esperienza nel cda Ezit (conclusa nel 2006), all’epoca indicata in quota Alleanza nazionale. Cinque pedine su dieci, insomma, confermate dallo stesso Dipiazza. Anche se, probabilmente, la sesta scelta è davvero a un passo: attende ufficializzazione, infatti, il nome di un’altra esponente del Carroccio, Serena Tonel, imprenditrice nel settore del terziario e già nella segreteria di Federica Seganti quando quest’ultima ricopriva il ruolo di assessore regionale a sua volta con governatore Renzo Tondo.
La Lega fa tris
Con Roberti, Polli e Tonel, insomma, la Lega Nord andrebbe a vincere quel braccio di ferro fra alleati che vedeva la Lista Dipiazza a sua volta desiderosa di esprimere tre assessori - con un nominativo da sommare a quelli di Rossi e Grilli - oltre a occupare il posto più prestigioso, quello del sindaco. La spartizione così articolata sembra in ogni caso non generare fastidi fra le due compagini, mentre Forza Italia avrà quattro seggiole e Fratelli d’Italia-An una. Il primo luglio, la data annunciata da Dipiazza per rendere pubblica la composizione della sua giunta, si avvicina e restano alte, guardando alle poltrone rimaste libere, le quotazioni dell’ex assessore in municipio ed ex consigliere regionale Maurizio Bucci, opzione esterna targata Fi. La partita complessiva, tuttavia, non è chiusa. Rimane da risolvere in particolare il rebus della quarta donna da inserire, in ossequio alle norme, nell’esecutivo. A questo punto, considerati gli ultimi sviluppi, dovranno esprimerla - a meno di un’improvvisa revisione dell’intero schema - o Forza Italia o Fratelli d’Italia.
Forza Italia non molla
La posizione del partito di Giulio Camber, però, è chiara: oltre a Brandi e Bucci, gli altri due assessori forzisti andranno trovati in una rosa ristretta che non conta profili femminili e include le carte Michele Lobianco, Lorenzo Giorgi ed Everest Bertoli, con possibile alternativa extra-eletti l’ex coordinatore dei giovani di Fi Marco Gombacci. I rumors dicono invece che Piero Camber si sia chiamato fuori dalla volata perché per lui sarebbe pronta, e gradita dal diretto interessato, la veste di capogruppo di Forza Italia in Consiglio. Lavoro che aveva svolto, nella consiliatura passata, proprio Bertoli: la mancata conferma al timone del gruppo in aula potrebbe essere un indizio nella direzione di un suo ingresso in giunta.
Priorità deleghe per Fdi
Guardando a questo quadro, sarebbe Fdi a dover indicare l’ultima donna, ma fra i meloniani i più scalpitanti risulterebbero due uomini: l’ex presidente della Provincia Fabio Scoccimarro e l’ex assessore comunale Claudio Giacomelli. Di certo, Fratelli d’Italia ha inviato un messaggio chiaro agli alleati: fondamentale, nella decisione, sarà sapere quali deleghe verranno assegnate. Deleghe sulla cui distribuzione Roberto Dipiazza è intenzionato a decidere in totale autonomia (tenendo di sicuro per sè l’Ambiente): sul tema le voci pronosticano già il Turismo affidato a Bucci, la Sicurezza a Roberti, il Commercio a Tonel e l’Educazione a Brandi. Tornando a Fdi, la soluzione rosa andrebbe individuata in una terna tra Federica Verin, Elisa Lodi e la dirigente di Gioventù nazionale Nicole Matteoni.
Va ricordato poi come Dipiazza abbia dettato subito la regola degli assessori non consiglieri: gli eletti che entreranno in giunta dovranno lasciare l’aula, dimettendosi e facendo spazio ad altri. Il discorso vale per quattro delle cinque certezze: Roberti, Rossi, Grilli e Brandi. E fra i papabili per Tonel, Lobianco, Giorgi, Bertoli e Giacomelli.
Il tema parlamentini
Al tavolo del centrodestra, infine, si parla anche di presidenze di circoscrizione dove la coalizione ha l’occasione di sistemare i suoi eletti. Ago della bilancia sarà però il MoVimento 5 Stelle perché né centrodestra né centrosinistra hanno i numeri per essere autosufficienti (così anche il M5S) nella votazione del presidente.
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